Mix di vaccini, quasi 19mila pavesi attendono un nuovo appuntamento
Sono under 60 da sottoporre a richiamo. La Regione: «Aspettiamo che il governo ci dica cosa fare»
Donatella Zorzetto / PAVIA
Appuntamenti cancellati: tutto da rifare. Sono 18.677 i pavesi under 60 che hanno assunto la prima dose di AstraZeneca, e che ora dovranno sottoporsi a vaccinazione eterologa, cioè fare il richiamo con un altro siero: Pfizer o Moderna. Ma stanno attendendo che gli hub a cui si sono rivolti comunichino loro una seconda data, diversa da quella indicata sul loro certificato vaccinale, per la somministrazione della seconda dose.
Tra attesa e incertezza
Ancora ieri Regione Lombardia ha confermato l’incertezza sulla data dei richiami. Il presidente Attilio Fontana ha sottolineato: «Appena avremo conoscenza di cosa ci risponde il governo, sia sulla fornitura di eventuali dosi aggiuntive, sia sulla conferma delle modalità, potremo stabilire una data» per la ripresa delle seconde dosi a quanti, under 60, hanno ricevuto la prima con AstraZeneca. Aggiungendo: «Noi la programmazione l'abbiamo fatta sulla base delle disposizioni che arrivavano dall’Aifa e dal governo e quindi dovremmo rivedere tutta la programmazione, perché le dosi destinate al richiamo Pfizer erano destinate solo a chi aveva fatto la prima dose Pfizer: quindi o arrivano dosi in più o dovremo rivedere la programmazione».
I tempi del richiamo
Un dato, invece, resta certo: secondo quanto è stato prescritto dalla circolare di aggiornamento del ministero della Salute, basata sul parere del Comitato tecnico scientifico, «la somministrazione della seconda dose a mRNA dovrebbe avvenire ad una distanza compresa tra le 8 e le 12 settimane dalla prima di AstraZeneca». Ma il clima resta di incertezza, e questo si ripercuote a cascata sugli hub della provincia. «Ci dovranno dire cosa fare – sottolinea Carlo Nicora, direttore generale del San Matteo –. Ci hanno detto di sospendere AstraZeneca, e l’abbiamo fatto, ma ora ci devono dire come dobbiamo muoverci nei confronti di tutte le persone che avevano prenotato la seconda dose del vaccino Oxford». Nicora è preoccupato anche per le dosi in arrivo, che rischiano di non bastare. «Se cambiano le regole del gioco, come sta avvenendo, non so se saranno sufficienti i vaccini che normalmente ci vengono messi a disposizione tutte le settimane – conclude Nicora –. E, se non ne arriveranno in misura adeguata, certamente sarà un problema».
Tutto da riprogrammare
Una situazione che si fa tanto complessa se si pensa che il gioco delle vaccinazioni “ad incastri” interessa migliaia di pavesi. Proprio in questi giorni si erano esaurite le vaccinazioni programmate, giunte a toccare il tetto delle 100.000 a fine giugno: 5.200 al giorno. Questo numero comprende sia le prime dosi che i richiami per tutti i vaccini approvati. «Sino a fine mese non avevamo più un posto libero – conferma Nicora –. Il Palacampus (in via Giulotto 10) gestito dal policlinico effettua mediamente 1.700 somministrazioni al giorno, su 12 linee vaccinali. E accoglie su prenotazione persone di tutte le età, compresi i giovani tra 12 e 29 anni».
A tutto questo si aggiungono le cliniche: Maugeri, Mondino, Città di Pavia e Beato Matteo di Vigevano, con 576 vaccinazioni giornaliere a testa. Infine c’è Asst, che di iniezioni ne fa circa 1.200 neisuoi due hub: Auser di Voghera e centro Il Ducale di Vigevano. Ma per questo servono vaccini a sufficienza.