«Licenziata per il mio impegno sindacale»: parla l'operaia di Pistoia cacciata dopo diciotto anni
Pistoia, l'azienda di Sant’Agostino ribatte: «Contestate solo inadempienze lavorative»
PISTOIA. «Io lavoro da quando ho diciassette anni e sono sempre stata una persona seria. In quell’azienda ci ho passato diciotto anni e mezzo, e non ho mai avuto un comportamento scorretto, al contrario di quello che mi contestano. Con il mio ruolo sindacale ho solo fatto il mio dovere, e tutto è partito proprio da lì».
Cristina (non citiamo il cognome per motivi di privacy), 48 anni, è l’operaia pistoiese, installatrice di impianti e cablatrice, che giovedì 10 giugno, dopo aver prima ricevuto una lettera di richiamo dall’azienda in cui lavorava – la Maf di Sant’Agostino, attiva nell’allestimento di veicoli speciali, come le ambulanze – è stata licenziata con una telefonata alla fine del suo turno di lavoro.
La donna alla Maf ricopriva anche il ruolo di rappresentanza sindacale unitaria per la Fiom Cgil, il sindacato a cui è iscritta fin da giovanissima.
«Tutto è cominciato un sabato di qualche settimana fa – racconta – quando in azienda ho fatto presente che due giovani operai della ditta esterna che lavora per la Maf stavano svolgendo alcune attività senza le dovute protezioni, in particolare le maschere per l’uso di sostanze pericolose. Una questione che ho posto anche al titolare di quella ditta. E quello è stato l’inizio della fine, perché all’interno della mia azienda hanno cominciato a rivolgermi accuse pretestuose, riferite anche al passato, in cui non c’era niente di vero».
Fino alla lettera di richiamo in cui si parlava di valutazione di provvedimenti nei suoi confronti, che invece sono sfociati nel licenziamento.
«Io ho bisogno di lavorare per vivere – prosegue – figuriamoci se ho mai tenuto comportamenti scorretti in azienda. Francamente, spero di ritrovare presto lavoro in un altro posto, perché alla Maf è da tempo che la situazione non è più serena. Negli ultimi tempi sono arrivate lettere di richiami anche ad altri colleghi e il clima è di grande tensione».
Dal canto suo, l’azienda fa sapere che il licenziamento «non è legato in alcun modo allo svolgimento della sua attività sindacale, nei confronti della quale non è mai stato tenuto alcun comportamento ostile o che interferisse con il suo ruolo di Rsu».
Al contrario, dicono dagli uffici dell’azienda di Sant’Agostino, «il licenziamento è dovuto alle diverse inadempienze di natura lavorativa contestate alla signora. Rigettiamo in modo forte le accuse che ci sono state rivolte dal sindacato Fiom Cgil secondo cui il licenziamento è legato alle attività sindacali della donna in materia di sicurezza. Nella nostra azienda uno dei nostri principi cardine è l’uguaglianza di tutti i lavoratori. E proprio a causa di reiterate inadempienze della signora, ci siamo trovati a dover procedere con il licenziamento, seguendo peraltro tutte le normative previste in questi casi».
A denunciare il licenziamento era stata la Fiom Cgil, con il segretario regionale Massimo Braccini e quello provinciale Paolo Mattii, che avevano definito il provvedimento «arbitrario, illegittimo e dal chiaro intento antisindacale». —
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