Il Covid potrebbe diventare una malattia stagionale come l'influenza, senza mai più scomparire e continuando a girare per sempre. Ma a quel punto la sua minaccia potrebbe essere diventata minima (o almeno, al pari di quella rappresentata appunto dall'influenza stagionale, seppure quest'ultima possa in qualche caso di grave complicanza risultare fatale). Questa ipotesi è all'ordine del giorno nel dibattito medico. 

Il nuovo studio

Un modello di studio, già apparso su Science, prefigura ora proprio questo epilogo dal momento che non si è riusciti a isolare e debellare il Sars-CoV-2, che potrebbe quindi diventare endemico. Tuttavia qualora si compisse la transizione del Covid a una forma endemica, ovvero ricorrente, la maggior parte delle persone verrebbe esposta al virus durante l'infanzia e il Sars-CoV-2 potrebbe unirsi ai ranghi degli altri coronavirus che provocano il raffreddore secondo un modello sviluppato dai ricercatori della Emory University di Atlanta e della Pennsylvania State University. Tra l'immunizzazione naturale di quanti sono contagiati e quella ora indotta in ampie fasce di popolazione dalle vaccinazioni, gran parte delle persone avrebbe la protezione dagli effetti più gravi della malattia. Le stesse reinfezioni di persone in precedenza contagiate, anche in età infantile, provocherebbero sintomi lievi potendo l'organismo fare ricorso alla memoria immunitaria.   

«Siamo in un territorio inesplorato, ma un messaggio chiave da portare a casa dallo studio – dice in una nota della Penn State il professore di biologia Ottar Bjornstad, uno degli autori - è che gli indicatori immunologici suggeriscono che i tassi di mortalità e la necessità cruciale di vaccinazioni su larga scala potrebbero diminuire nel breve termine, quindi il massimo sforzo dovrebbe essere rivolto a resistere a questa nuova pandemia in rotta verso l'endemicità». Il modello è tracciato sugli studi di quattro coronavirus del comune raffreddore e del Sars-CoV-1, i quali circolano fra gli umani da lungo tempo, tanto che pressoché tutti sono stati infettati fin da piccoli. 

Quest'infezione naturale in età infantile fornisce un'immunità che protegge gli individui negli anni a venire contro gravi forme patologiche, sebbene non prevenga una periodica reinfezione. Già alcuni studi, uno dei quali del La Jolla Institute for Immunology, hanno suggerito che alcune persone potrebbero presentare un grado di protezione al Covid pur senza essere state a contatto con il virus forse per avere cellule immunitarie in grado di riconoscere il Sars-CoV-2 essendo entrati in contatto in precedenza con i coronavirus «cugini» che causano raffreddori. Il che spiegherebbe perché tanti positivi sono paucisintomatici (forme lievi) o asintomatici (senza sintomi). 

Un coronavirus come tanti

Il nuovo modello assume che l'immunità che gli organismi umani vengono costruendo contro il nuovo coronavirus sia simile a quella acquisita contro gli altri. «Quand'anche occorre la reinfezione – ha spiegato la biologa Jennie Lavine, altra autrice del modello degli atenei Emory e Penn State - i sintomi sono lievi e il virus viene eliminato dal corpo più rapidamente». Stanno ora emergendo studi che forniscono dati concreti sulla durata degli anticorpi e delle cellule immunitarie contro il Sars-CoV-2 dopo l'infezione. «Nel complesso, ci stiamo chiedendo come comparare Sars-CoV-2 con altri virus come l'influenza stagionale. Questo modello – ha spiegato la Levine - presume che l'immunità al Sars-CoV-2 funzioni in modo simile ad altri coronavirus umani». 

Il modello predice pertanto che il tasso di mortalità del Sars-CoV-2 possa scendere al livello dell'influenza stagionale (0,1%) una volta raggiunto uno stadio endemico stazionario. A quel punto la vaccinazione potrebbe rivelarsi una misura da adottare per salvare vite umane nelle fasce più vulnerabili, non diversamente da quanto viene suggerito agli anziani con la vaccinazione anti-influenzale. «Un vaccino sicuro ed efficace contro il Covid-19 può salvare centinaia di migliaia di vite umane nel primo anno o due della campagna – dice Bjornstad – ma una protratta vaccinazione di massa potrebbe diventare meno cruciale una volta che il Sars-CoV-2 diventi endemico. Comunque, la vaccinazione mirata nello sottopopolazioni vulnerabili può ancora salvare vite».

Il Covid e i bambini

Finora, i dati disponibili sull'infezione da Sars-CoV-2 nei bambini piccoli suggeriscono che la gravità è generalmente lieve e la mortalità bassa. Ci sono eccezioni a livello individuale, con alcune complicazioni rare come la sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini. Mentre se nell'infanzia dovesse diventare più grave - come il coronavirus Mers-CoV - saranno ancora necessari programmi di vaccinazione di routine. Alla ricerca, sostenuta dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases e dal National Heart, Lung and Blood Institute, hanno partecipato anche i professori di biologia Rustom Antia e Samuel C. Dobbs della Emory University ed Emory Vaccine Center.

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