Padova, scarcerati grazie al virus: ai domiciliari i detenuti con meno di 18 mesi da scontare
Deciderà caso per caso il tribunale di Sorveglianza dopo il decreto del governo. Il direttore del Due Palazzi: «Ora mascherine per tutti e tampone su reclusi e agenti»
PADOVA. Usciranno diversi detenuti dal carcere di Padova grazie all'ultimo decreto legge del Governo relativo al settore penitenziario valido fino al 30 giugno. Decreto che prevede una procedura per la concessione della detenzione domiciliare molto più snella, con l'eliminazione di alcuni passaggi. Potranno ottenere la detenzione domiciliare i detenuti che devono scontare una pena o un residuo di pena inferiore ai 18 mesi.
«Sono misure che ha preso il Governo nell'ambito dell'emergenza», spiega il direttore del Due Palazzi Claudio Mazzeo. «I detenuti con pena inferiore ai 18 mesi e che soddisfano particolari requisiti di non pericolosità potranno beneficiare della detenzione domiciliare con braccialetto elettronico, se devono ancora scontare più di 6 mesi, senza braccialetto se devono scontare meno di 6 mesi».
A emettere ogni singolo provvedimento sarà il Tribunale di sorveglianza competente. Ma questa non è l'unica novità all'interno del Due Palazzi. Ieri il direttore del carcere ha distribuito mascherine a tutti i detenuti. «Finora i presidi di sicurezza erano indossati solo da agenti penitenziari o persone di cooperative che vengono a fare delle attività in carcere, oggi invece ci sono arrivate mascherine per ogni singolo detenuto».
In parte sono state acquistate dal carcere, in parte sono state donate da Comune e Provincia. «Avrò un incontro in giornata con i rappresentanti dei detenuti dove parlerò delle mascherine e dell'importanza di indossarle specialmente quando all'interno della sezione si fa fatica a tenere il metro di distanza. Sono tutte mascherine lavabili che si possono indossare più volte».
Fortunatamente per il momento al Due Palazzi non ci sono stati casi di coronavirus, né tra il personale né tra i detenuti. Nonostante ciò il direttore ha già chiesto all'Usl che vengano eseguiti tamponi per tutti. «Ho fatto la richiesta in primis per il personale che lavora ai piani, ma poi anche per tutte le altre persone che entrano in carcere, detenuti compresi. Sto aspettando una risposta che mi auguro arrivi al più presto». Nel frattempo la struttura penitenziaria ha preso tutti gli accorgimenti per evitare che il virus possa entrare in carcere: «Abbiamo il triage all'entrata, dove viene misurata la temperatura a chiunque entri e dove il personale si dota di tutti i presidi di sicurezza, abbiamo installato dei dispenser con gel igienizzante, istituito il servizio di lavanderia gratuita».
Anche le telefonate e le videochiamate, che in questo periodo si sono sostituite ai colloqui, non sono a pagamento, com'erano prima dell'emergenza coronavirus. «Ogni detenuto ha una telefonata al giorno gratis, mentre i colloqui con i parenti sono stati sostituiti con le videochiamate, anche queste gratuite», sottolinea il direttore Mazzeo. La situazione nella casa di reclusione Due Palazzi, che conta circa 670 detenuti ben una settantina in più rispetto ai posti stabiliti, è abbastanza tranquilla. Dopo le rivolte dell'8 marzo nelle carceri di tutta Italia non ci sono più stati episodi di ribellione.
«Ho fatto il giro delle sezioni e parlato con i detenuti: hanno capito che stiamo vivendo un periodo di emergenza e si sono dimostrati tutti collaborativi. L'8 marzo pure a Padova c'era stata una protesta che aveva spinto una mezza sezione, una quarantina di detenuti circa, a danneggiare tavoli e rompere plafoniere. Fortunatamente non abbiamo avuto nessun ferito. I promotori dei disordini sono stati individuati e trasferiti in altri luoghi».