Ucciso nelle Filippine, indagata la moglie. Il fratello: «Verità per Andrea e suo figlio»
Daniele Guarniero: «Non è venuta al funerale e ha tagliato ogni contatto con noi. Ma ora l’inchiesta non sta procedendo»
Una svolta clamorosa a un anno di distanza da quell’orribile omicidio. Anche se maturata a giugno scorso, è in occasione dell’anniversario della morte di Andrea Guarniero – l’imprenditore padovano di 49 anni, ucciso il 28 marzo dello scorso anno con tre colpi di pistola nella sua casa di Dauin – che il fratello Daniele svela: «Cyril, la moglie di Andrea (filippina di 38 anni, madre del figlio dell’imprenditore padovano, ndr) e un amico, un 33enne filippino, sono stati iscritti nel registro degli indagati».
Secondo l’accusa la donna sarebbe la mandante dell’omicidio del marito, freddato per mano di due sicari, due killer professionisti del luogo. Tutto questo per ereditare ciò che Andrea Guarniero si era creato nelle Filippine in questi anni: terreni e investimenti immobiliari. «Quest’anno sono successe molte cose», esordisce Daniele Guarniero, il fratello di Andrea. «Quella che ci ha più spiazzato e fatto male è l’ipotesi che porta la moglie di mio fratello a essere indagata, insieme al suo comportamento subito dopo la tragedia».
Ma andiamo con ordine. Dopo la morte dell’imprenditore padovano, la mamma e lo zio erano accorsi nelle Filippine dov’erano rimasti una settimana vicino a Cyril e al nipotino di 9 anni. «Già lì mia mamma aveva notato che non c’era in casa un clima di particolare tristezza», riferisce Daniele. «Ma è una volta tornati in Italia che è successo ciò che inizialmente non riuscivamo a spiegarci. Cyril non solo non è venuta al funerale di mio fratello e non sa nemmeno dove sia sepolto, ma ha interrotto completamente tutti i contatti telefonici con noi, ha chiuso ogni tipo di dialogo coinvolgendo anche il bimbo che siamo riusciti a vedere tre volte da maggio dell’anno scorso attraverso tre video ridicoli che ci ha mandato come contentino».
A giugno la notizia ufficiale: Cyril è indagata per la morte del marito insieme a un 33enne filippino. «Ovviamente abbiamo iniziato a capire tante cose, in primis il perché si sia comportata in quel modo, tagliando ogni contatto», dice Daniele. «Se inizialmente pensavamo che all’origine dell’omicidio ci fossero motivi prettamente economici, legati alle sue attività immobiliari, da quel momento la prospettiva è cambiata radicalmente. Per noi come per la polizia filippina che segue le indagini».
La famiglia del 49enne grazie a tutti gli elementi che è riuscita a raccogliere in questi mesi ha un’idea ben precisa. «Mio fratello non ha mai parlato di una crisi di coppia né a me né al suo socio italiano Andrea Bruno, ma forse semplicemente per orgoglio. Fatto sta che la nostra ipotesi è che di fondo ci sia stata una rottura nella coppia, avvallata dal fatto che essendo sposati lei legittimamente sarebbe diventata l’erede di mio fratello». Insomma l’idea della famiglia, ma anche degli investigatori, è che la donna, probabilmente insieme all’amante, abbia voluto liberarsi di Andrea Guarniero per impossessarsi dei suoi averi.
«Il processo nelle Filippine è molto diverso dal nostro, non sono ammessi elementi indiziari ma ci vuole una prova schiacciante, che al momento non c’è». In più al momento si è aggiunta un’altra difficoltà. «Le indagini non stanno andando avanti. Dovevano acquisire 6 mesi di intercettazioni precedenti all’omicidio e non l’hanno ancora fatto, dovevano interrogare dei testimoni e invece non stanno interrogando nessuno. Abbiamo paura che lei sia riuscita in qualche modo a bloccare le indagini.
Per questo Guarniero e il legale della famiglia dovevano partire il 24 febbraio alla volta delle Filippine. «Siamo stati bloccati dall’emergenza Coronavirus, ma non appena potremo partiremo» dice. «Noi crediamo ancora nella giustizia. Quello che però ci distrugge, soprattutto mia madre, è non poter vedere il nostro nipotino. È per lui che continuiamo a lottare affinché emerga la verità, oltre che per mio fratello». —
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