A Ferrara spacciatori e clienti con la mascherina. E cocaina a domicilio
![A Ferrara spacciatori e clienti con la mascherina. E cocaina a domicilio](https://lanuovaferrara.gelocal.it/image/contentid/policy:1.38624367:1584894138/image.jpg)
L’emergenza sanitaria stravolge anche il traffico di droga ma non lo piega. E i pusher inventano la scusa della spesa
FERRARA. Gli spacciatori (ma anche i clienti) non hanno paura del Coronavirus. È per questo che lo spaccio prosegue anche in questi tempi di emergenza sanitaria globale. C’era da aspettarselo. Questi “lavoratori” non si sono fermati quando vennero eliminate le panchine, né con l’aumentata sensibilità al controllo messa in atto dai residenti. E sembra proprio che neanche l’allarme contagio, nel 2020, metterà paura a questa gente.
Lo smercio di droga in pieno quartiere Gad, nei giardini del Grattacielo, in Piazzale Castellina, davanti alla stazione dei treni, in Viale Costituzione, Via Cesare Battisti, Via Ticchioni, solo per citare le zone più conosciute, va quindi avanti. Certo, lo fa dovendosi adattare alle nuove condizioni di vita. Ecco allora che spuntano spacciatori e clienti con la mascherina. Diciamo che fino ai primi di marzo erano i consumatori che, come quasi sempre, si avvicinavano allo spacciatore per chiedere la dose. Dal 7/8 marzo in avanti, invece, e soprattutto dopo l’entrata in vigore del decreto anti Covid-19, il meccanismo vecchio è andato in panne ed i “lavoratori” si sono dovuti inventare qualcosa di nuovo. Stare fuori senza motivo è reato, e con strade che sembrano deserti, notare uno spacciatore per le forze dell’ordine è più agevole. Quindi, cosa fare? Nascondersi, innanzitutto. E così le forze dell’ordine, Polizia, carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Polizia ferroviaria e tutte le altre forze di polizia, hanno, pure loro, modificato la tecnica d’indagine. Perché ai tempi del Coronavirus lo spacciatore si annida in vani scala o vicino a portoni condominiali. Un “palo” individua i clienti, li avvicina ed indica loro dove dirigersi. Cambia, invece, poco o niente per gli spacciatori che “lavorano” da casa, o meglio per chi è agli arresti domiciliari e, come gli uomini della questura hanno potuto verificare, i clienti li riceve direttamente in casa.
Qualche problema in più i “lavoratori” lo incontrano man mano che ci si avvicina alla campagna, alla periferia di Ferrara. Qui, difatti, bisogna muoversi con dei mezzi (auto, bici, motorini. . .) ed il rischio di essere fermati per un controllo aumenta. Lo spacciatore deve allora munirsi non soltanto di auto-dichiarazione, ma anche di fantasia: ecco perché molti s’inventano la necessità di fare la spesa. Quando la vera, purtroppo l’unica, necessità è quella di raggiungere la casa del cliente facoltoso che chiede di essere rifornito al suo domicilio. —
RIPRODUZION RISERVATA