Libia, c’è l’ok della Conferenza di Berlino alla bozza di accordo sulla crisi. Ma manca la firma di Fayez Al-Sarraj e del generale Kalifa Haftar
Serie di bilaterali prima della conferenza, alla quale non hanno partecipato attivamente né i due leader libici. Il presidente del Governo libico di unità nazionale contro l'Unione Europea: "Intervenuta in ritardo". Conte: "Ci siamo sempre stati. Ue sta maturando la convinzione che deve muoversi a una voce sola"
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Via libera alle conclusioni finali della Conferenza di Berlino sulla Libia, secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier. Al tavolo dove sono riuniti tutti i Paesi europei ed extra Ue che hanno dato il loro ok alla dichiarazione finale mancano, tuttavia, i due leader libici Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar. Del resto la giornata è stata segnata dalle mosse militari del generale – che ha chiuso il principale pozzo petrolifero del Paese – e le dure accuse del presidente del Governo libico di unità nazionale, che ha seguito il summit in una stanza separata da quella di Haftar. E, intervistato dal Welt am Sonntag, al-Sarraj ha criticato il ruolo dell’Unione europea nella crisi libica: “Sono arrivati troppo tardi e divisi. L’Europa deve fare autocritica. Ci saremmo aspettati che la Ue si schierasse in modo chiaro contro l’offensiva di Haftar”.
Conte: “Chiediamo un passo avanti” – Giuseppe Conte ha risposto alle accuse di al-Sarraj: “Sulla Libia l’Europa non è arrivata tardi, ci siamo sempre stati. Nelle ultime fasi l’Europa sta maturando la convinzione che su questi dossier deve muoversi con la massima determinazione e una voce sola”. Il presidente del consiglio si è detto “moderatamente ottimista” sugli esiti del vertice di Berlino: “Confidiamo che questo possa essere una tappa importante per avviare a una soluzione pacifica alla crisi libica, un processo politico per il quale l’Italia sta lavorando, ha sempre lavorato con chiarezza e determinazione” Poi ha aggiunto: “Non chiediamo a nessuno degli attori di fare un passo indietro, chiediamo a tutti di fare un deciso passo avanti” verso la pacificazione in Libia. Sabato sera Conte ha fatto il punto con la cancelliera Merkel per telefono e oggi ha incontrato Guterres, Boris Johnson, Vladimir Putin, Abdel Fatah al Sisi e Recep Tayyip Erdogan, oltre al segretario di Stato americano Mike Pompeo e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.
Lo stop al petrolio – L’emittente Al Arabiya in un tweet ha anticipato che tra i punti contenuti nella bozza della dichiarazione finale c’è anche la volontà di “esortare le parti libiche a fermare tutte le ostilità contro le strutture petrolifere” del Paese. Sabato la National Oil Corporation libica è stata costretta su pressione di Haftar a chiudere i terminal petroliferi della Cirenaica. Alla conferenza di Berlino è arrivato anche il messaggio di Papa Francesco durante l’Angelus: “Auspico vivamente che questo vertice, così importante, sia l’avvio di un cammino verso la cessazione delle violenze e una soluzione negoziata che conduca alla pace e alla tanto desiderata stabilità del Paese”.
“Salta la conferenza stampa congiunta” – I lavori del summit che riunisce il gotha della diplomazia internazionale per discutere della crisi in Libia sono stati preceduti da una serie di bilaterali – non solo di Merkel – per limare i dettagli dell’accordo. Al-Sarraj ha chiesto una “una forza di protezione internazionale per proteggere la popolazione civile libica” se il generale Haftar non ferma la sua offensiva. “Continueremo a difenderci con forza fino a quando non sarà sconfitta. Noi non abbiamo attaccato nessuno”, ha aggiunto, in caso di fallimento della conferenza di Berlino. All’agenzia di stampa tedesca Dpa ha espresso diffidenza verso il generale Haftar, che non cita mai per nome: “La lunga esperienza ci fa dubitare delle intenzioni, della serietà e dell’impegno dell’altra parte: tutti sanno che vuole il potere ad ogni costo“. Sarraj ricorda anche che il generale della Cirenaica “ha rifiutato di firmare l’iniziativa russo-turca nonostante già conoscesse i termini prima di andare a Mosca”. Con il Welt am Sonntag ha invece criticato la mancata risposta tempestiva degli Stati europei: “L’Europa deve fare autocritica. Ci saremmo aspettati che la Ue si schierasse in modo chiaro contro l’offensiva di Haftar, e che aiutasse a risolvere la crisi attuale”.
Erdogan: “Haftar ostile” – A Berlino è presente anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha definito l’incontro “una tappa importante per cementare il cessate il fuoco e trovare una soluzione politica”. Parlando con i giornalisti in aeroporto ha anche invitato a fare in modo che “gli sforzi non siano scarificati ai mercanti di sangue e caos”. Poi ha aggiunto che la Turchia è diventata “un Paese chiave per la pace in Libia con i suoi sforzi sul campo e diplomatici”. Il presidente turco ha definito “ostile” l’atteggiamento di Haftar, ‘invitadolo’ a porre fine al suo modus operandi.
Di Maio: “Ok a missione Onu” – “Il blocco delle esportazioni di petrolio indebolisce la Libia e il popolo libico”, ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che rappresenta l’Italia insieme aConte. “Vari Paesi dell’Ue sono pronti a mettere in atto una missione di monitoraggio per far rispettare l’embargo. In Libia non devono entrare più armi. Nell’ambito dell’ombrello Onu e con precise regole sul cessate il fuoco e sullo stop alla vendita delle armi, penso che l’Italia possa far parte di una missione di interposizione”, ha poi aggiunto il ministro, spiegando che “l’Italia è pronta a ospitare ospitare la prossima riunione per implementare il processo politico”.
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