L’Old Wild West vince all’ultimo respiro: che dura la prova generale contro Verona
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Soffre, allunga la squadra di Boniciolli. Poi il finale punto a punto premia Udine. Ma con gli scaligeri è solo il primo atto
UDINE. Prova generale d’una prossima finale per salire in serie A1? Forse, probabile, molto probabile, lo diranno i primi due turni della post-season. Intanto l’Old Wild West batte Verona al fotofinish nell’ultima gara di campionato prima dei play-off. Finisce 73-68.
Stasera, quando si completeranno le partite dell’ultima giornata della fase a orologio, conoscerà l’avversaria del primo turno (domenica 8 al Carnera), sa però che per battere di nuovo la Tezenis dovrò giocare alla grande.
Si parte con Esposito e Italiano in quintetto per Udine, partita a “ciapa no”, del resto il risultato non conta per la classifica ma per il futuro e la testa forse ne risente.
Ma una cosa è subito chiara: quando sarà, e se sarà, in finale, i ragazzi del West avranno davanti una squadra forte, rognosa, quadrata e che sarà intanto importante costringere a correre.
Il primo quarto ne è la conferma, quando l’Apu riesce a correre fa la differenza. Anche il Carnera – i pochi vuoti sugli spalti si riempiranno dalla prossima settimana ma bella l’idea di invitare le scolaresche – studia. Primo quarto (20-17) poi l’Apu cade forse nell’unico vero difetto che ha: affidare tutto al tiro da tre punti.
La Tezenis di Ramagli, un asso in panchina nei play-off come il collega Boniciolli, ovviamente “battezza” Italiano (0 su 5 da tre), blinda gli altri e su quello costruisce la sua difesa.
Il secondo brutto quarto dell’Apu così dovrà essere analizzato attentamente. Squadra ingabbiata, schiava di triple che non arrivano (3 su 14 dopo 20’) e Verona così pure esaltata in attacco con Johnson, che Udine non ha uomini adatti a marcare (lo sarebbe Ebeling ma la “prova generale” non è stata edificante…) e Anderson mortifero da tre, il vecchio Rosselli orchestra. Metà partita: Udine sotto 34-28 per Verona.
Poi l’Apu, da squadra vera, porta la contesa sul suo terreno: intensità, difesa, velocità, talento. Cappelletti, Lacey, Mussini, il tutto a cento all’ora, e così Verona capisce “quanto sa di sale lo pane altrui”.
Il terzo quarto di Udine se lo dovrà così analizzare bene Ramagli perché la macchina di Boniciolli torna a correre forte e chiude 53-45 con una super tripla ancora di Mussini il tutto sulle ali di una grande difesa. L’auto targata Old Wild West accelera ancora.
Esposito e Walters (che bravo, ora protesta il giusto poi tace) si fanno sentire, anche Italiano segna da tre, Verona non molla ma fa fatica (64-54) a 5’ dalla fine. Casarin, talento azzurrino (pazzesco un suo canestro dall’angolo) non convince da play proprio nel ruolo cui Udine abbonda, con Mussini on-fire nel finale e Giuri a riposo. Paga invece l’Apu da Verona nel settore ala piccola.
Finita? Macché, Udine si pianta e Verona, tanto per ribadire che fra un mesetto sarà dura, torna a meno tre sbagliando a 20’ dalla fine il canestro del pareggio con Anderson. Rimbalzo vitale di Cappelletti, tiri liberi e +5. Triplona di Anderson (69-67).
A 15” dalla fine rimessa da brividi: Lacey controlla subisce fallo, sbaglia due liberi, Casarin subisce fallo, segna solo un libero. Capitan Antonutti fa la cosa più importante d’una partita anonima segnando dalla lunetta. Spanghero sbaglia da tre, Cappelletti la chiude davvero ai liberi: 73-68. Ma era solo la prova generale .