Giornata contro l’omo-transfobia: liberi di essere e di amare senza paura
«La tredicesima giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia istituita dal Parlamento Europeo nel 2007, costituisce l’occasione per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea contro ogni forma di discriminazione inerente all’orientamento sessuale o alla identità di genere». Anche il presidente Mattarella interviene per ricordare che «inammissibili e dolorosi episodi di aggressività e intolleranza continuano a verificarsi, causando sofferenze nelle vittime» e lancia il suo monito: «La denuncia e la lotta all’omofobia deve costituire un impegno deciso e costante per le istituzioni e per ciascuno di noi».
E fin qui nulla da ridire. Anzi, tutto il nostro appoggio al capo dello Stato. Il problema però c’è, eccome. E purtroppo non bastano gli appelli. Insomma, non stiamo andando benissimo se ancora oggi il 15,1 per cento degli italiani, ha una opinione estremamente negativa sulle persone LGBT, dichiarando di provare disgusto o che gli omosessuali sono contronatura. Se oltre un ragazzo al giorno è vittima di violenza in famiglia per omotransfobia. Se il 70% degli studenti gay subisce bullismo a scuola. Se c’è un incremento degli episodi di omofobia sul lavoro. Se solo 1 minore su 60 pensa sia utile denunciare. E pur nell’importanza di aver istituito una Giornata Mondiale dedicata, non possiamo essere ottimisti davanti ai dati che continuiamo a leggere, come quelli del numero verde Gay Help Line 800 714 713 contro l’omo-transfobia all’interno del lavoro svolto dal Gay Center con il MIUR dagli studenti. Dati ancora decisamente allarmanti.
«Il dato che emerge maggiormente nell’ultimo anno, è il crescente livello di omofobia con un incremento del 2.5 per cento (ora al 74,5 per cento, l’incremento è del 4,5 in due anni) e un aumento del 6 per cento (ora al 2 per cento) delle discriminazioni sul lavoro a scapito delle persone lesbiche e gay» dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center e Responsabile del Numero verde Gay Help Line. Non solo: «La comunicazione tramite social, spinge sempre più giovani e giovanissimi (12-16 anni) a sentirsi liberi di dichiararsi in determinati gruppi, ma questo li espone a episodi di bullismo per oltre il 70 per cento degli studenti che ci contattano, dato rilevato anche durante i progetti svolti nelle scuole, rilevando un incremento della violenza tra i giovani e i giovanissimi».
Nell’ultimo anno il Gay Help Line ha ricevuto oltre 20.000 contatti da tutta Italia, oltre 260mila contatti dal 2006 anno di nascita del servizio. In particolare, quest’anno sono state ricevute segnalazioni da oltre 4000 minori e solo tra i 12 e i 21 anni sono stati oltre 400 i casi di gravi maltrattamenti familiari segnalati, con un incremento dei casi di minori. «Questo dato – prosegue Marrazzo – si unisce al fatto che ogni giorno oltre un ragazzo è vittima di violenza in famiglia. Come rilevato, anche in passato, nel 30% dei casi i genitori arrivano a segregarli in casa ed a sottoporli a violenze, rendendo per i più giovani lesbiche, gay e trans la loro adolescenza un vero inferno».
Un altro dato allarmante è l’incremento del 6 per cento (ora al 12 per cento) di casi di mobbing e discriminazioni sul lavoro, dovuti sia alla recente normativa che abolendo l’articolo 18 ha dato minori tutele ai lavoratori e sia al fatto che molte coppie che si uniscono civilmente sono poi discriminate dai datori di lavoro, sino ad arrivare al non rinnovo dei contratti e al licenziamento.
Inoltre, secondo lo studio, un altro dato non fa affatto ben sperare: solo un minore su 60 pensa che denunciare possa migliorare la propria situazione: «Spesso i minori che cercano di denunciare non vengono creduti. In tale direzione è stata utile la collaborazione con il MIUR e l’OSCAD, l’Osservatorio contro le discriminazioni di polizia e carabinieri, ma servono maggiori risorse e leggi a tutela» dice ancora Marrazzo, per il quale è importante l’approvazione di una legge contro l’omo-transfobia che preveda un piano di intervento che consenta di supportare le vittime su tutto il territorio nazionale». Al più presto.