Dove è finito il Salvator Mundi?
L’ultima cosa che si sa con certezza sul Salvador Mundi è che è stato venduto nel 2017 da Christie’s per la cifra record di 450 milioni di dollari. Era il novembre 2017. Da allora, sulle sorti dell’opera attribuita (con qualche contestazione) a Leonardo Da Vinci, non ci sono notizie sicure. Del quadro si sono perse le tracce: nessuno sa dove sia finito e chi ne è al corrente si guarda bene dal rivelarlo, come conclude l’inchiesta del New York Times che ha cercato di ricostruire gli spostamenti del dipinto tra New York, Parigi, la Svizzera e gli Emirati.
Nel 2018 il ministro della Cultura di Abu Dhabi, Mohamed Khalifa al-Mubarak aveva annunciato che il Salvator Mundi sarebbe entrato a far parte della collezione del Louvre di Abu Dhabi. Poi, però, l’esposizione è stata annullata, improvvisamente e senza alcuna giustificazione. Il direttore del museo ha tenuto la bocca chiusa, rivelando solo che il ministro era l’unico che avrebbe potuto rispondere. Il New York Times ha ripercorso le ultime tappe del dipinto: prima apparteneva al miliardario russo Dmitry Rybolovlev, poi è stato acquistato dal principe Bader Bin Abdullah Bin Mohammed Bin Farhan Al-Saud, che avrebbe fatto da prestanome per il principe saudita Mohammad Bin Salman Al Saud. A sua volta, quest’ultimo sarebbe un alleato del principe ereditario di Abu Dhabi Mohammed Bin Zayed, che tra i suoi più fidati collaboratori annovera proprio il ministro della Cultura Mohamed Khalifa al-Mubarak.
«Una persona a conoscenza dei dettagli della vendita ha detto che avrebbe dovuto essere spedito in Europa una volta concluse le operazioni di pagamento», ha scritto il New York Times. E ha aggiunto che la restauratrice Dianne Modestini dell’Institute of Fine Arts della New York University il cui lavoro sulla tela ha portato all’attribuzione a Leonardo Da Vinci, ha riferito di aver saputo dal collega svizzero Daniel Fabien che una società di assicurazione gli aveva chiesto di esaminarlo a Zurigo lo scorso autunno per un’ulteriore spedizione. Ma quell’appuntamento fu cancellato. Fabien non vuole aggiungere altro. Modestini ammette che «la pista è diventata completamente fredda».
E al Louvre di Parigi, che avrebbe voluto esporla per i 500 anni dalla morte di Da Vinci, non resta che ammettere di non essere «in grado di localizzare l’opera». Il mistero si infittisce. Secondo Vittorio Sgarbi, «potrebbe esserci l’interesse a tenere nascosta l’opera, piuttosto che a esporla», come ha detto a Tpi. «C’è un vento sfavorevole che induce a farla dimenticare piuttosto che a farla ricordare».