Morte di Paolo Mendico, gli ispettori del ministero contestano “bugie e omissioni” alla scuola: “Non ha fatto valutazioni approfondite sui comportamenti aggressivi”
La scuola poteva fare di più e quando dirigente e insegnanti sono stati interrogati sul caso di Paolo Mendico “si è innescato un meccanismo difensivo”. A scriverlo, come rivelato da Repubblica, sono gli ispettori del ministero del Merito e dell’Istruzione nella loro relazione dopo gli accertamenti nell’istituto tecnico Pacinotti che sono stati disposti a causa del suidicio del quattordicenne nella sua casa a Santi Cosma e Damiano (Latina).
Secondo gli ispettori si sarebbe dovuto avviare un protocollo antibullismo in una classe turbolenta e “dai comportamenti non conformi al regolamento d’istituto”. Invece, sostiene il quotidiano, nel corso dell’ispezione dopo il suicidio dell’11 settembre scorso sarebbe emerso che “non vi è traccia di una valutazione approfondita indipendentemente dalla qualificazione giuridica degli episodi” davanti a comportamenti “quasi aggressivi”. Al tempo stesso però, gli ispettori raccolti i casi riferiti dai genitori, avrebbero precisato che “manca la ripetitività nel tempo, uno degli elementi necessari per configurare il bullismo” ma i “comportamenti aggressivi” non dovevano “esimere il personale scolastico dalla dovuta presa in carico”.
Gli ispettori del ministero dell’istruzione e del merito hanno chiesto tre procedimenti disciplinari a carico della dirigente scolastica “per le responsabilità che interessano la funzione dirigenziale”, della vicedirigente e della responsabile della succursale dell’istituto per “condotte omissive”. Parallelamente all’accertamento del Mim corrono due inchieste giudiziarie.
Dalle 28 pagine di relazione del Mim emerge – secondo il quotidiano – un intreccio di bugie e omissioni. Gli ispettori avrebbero scritto che “si è innescato un meccanismo difensivo, tanto che questo collegio ritiene più verosimile la descrizione delle dinamiche della classe che si legge nei verbali dei consigli di classe anziché quella offerta dai docenti durante l’accertamento”.
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