Sanità isontina, il Distretto punta sui medici provvisori. Due Asap verso lo stop
foto da Quotidiani locali
GORIZIA «Non abbiamo medici». Giacomo Benedetti, direttore del Distretto Alto Isontino dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina (Asugi), è stato molto chiaro e realista, intervenendo mercoledì all’assemblea pubblica voluta dal Comune di Gorizia e svoltasi in un’affollata Sala Dora Bassi.
L’intento era quello di approfondire il tema (che sta diventando un’emergenza conclamata) della penuria di medici di medicina generale. A introdurre la mattinata di lavori, che si è protratta per quasi due ore, l’assessore comunale al Welfare, Silvana Romano. «L’obiettivo originario - ha spiegato - era di incontrarci già a settembre: alla fine quest’appuntamento, che potrebbe essere soltanto il primo di altri, si svolge adesso e ringraziamo il Distretto per la disponibilità».
L’invecchiamento e la penuria di medici
Benedetti ha posto l’accento sull’indice di invecchiamento molto alto sul territorio isontino che fa rima con «alta complessità nell’assistenza. In quest’ultimo anno - la sua analisi - abbiamo assistito a una riduzione notevole di medici di medicina gernale (Mmg) a causa, in larga parte, dei pensionamenti. Parallelamente, c’è stata e c’è una riduzione generalizzata, non solo a Gorizia ma in tutta la nazione, della nascita di nuovi professionisti».
Che fare? Nessuno ha la bacchetta magica o poteri taumaturgici. L’unica cosa che si può metter in atto, le parole del direttore del Distretto, è cercare di gestire la situazione. «Ed è quello che stiamo facendo. Deve essere, però, chiaro che la programmazione sulla medicina generale fa capo al Ministero. Oggi, come ieri, come l’altroieri. È errato dire o pensare che, a livello locale, si è fatto poco o nulla. La nostra Azienda sta portando avanti una sua programmazione per far sì che coloro che sono rimasti senza medico abbiano, comunque, una minima assistenza».
Il ruolo degli Asap e la chiusura di due
La contromisura che ha preso l’Azienda sanitaria sono gli Asap, gli Ambulatori sperimentali di assistenza primaria. Ma a pochi piacciono. Il numero uno del Distretto ha ricordato la loro natura sperimentale. «Devono avere un inizio e una fine, sono strutture emergenziali. Non sono, certamente, la soluzione finale. In questi mesi, abbiamo cercato di accogliere tutte le richieste della popolazione. Una delle nostre priorità è di attrarre il maggior numero di giovani medici per incarichi provvisori ma non è possibile, ancora, togliere gli Asap. Credo, però, che all’inizio del prossimo mese riusciremo a chiudere due ambulatori per l’assistenza primaria, sostituendoli con giovani medici con incarico provvisorio».
Benedetti si è dimostrato ben consapevole dei limiti degli Asap. «Essendo i medici a rotazione, non c’è fidelizzazione e non si consente il rapporto continuativo con il paziente. Lo sappiamo perfettamente ma, in questo momento, soluzioni alternative valide non le vediamo».
La collaborazione dei cittadini
L’Azienda sanitaria si appella sia alle istituzioni sia ai cittadini. «Dobbiamo render più attrattivo il nostro territorio - le parole del direttore -. Dobbiamo far sì che i medici di medicina generale, i pochi che ci sono, scelgano di lavorare in questa terra bellissima. Da parte nostra, stiamo cercando di dare loro supporto organizzativo, di studio, tecnologico affinché siano invogliati ad accettare gli incarichi».
Ma il dibattito si è fatto subito incalzante con tanti dei presenti che hanno manifestato comprensibile malumore per la situazione che si è venuta a creare: soprattutto relativamente ai fascicoli sanitari (la storia del paziente) di cui i nuovi medici sono privi. «Un problema - è stato spiegato da Asugi - che è legato al rispetto delle normative sulla privacy».