Gli appalti a un’impresa gemella, condannati i due amministratori
foto da Quotidiani locali
UDINE. Era stata una manovra per eludere il vincolo del sequestro conservativo da quasi 600 mila euro sollecitato dall’Agenzia delle entrate di Udine sui crediti maturati e maturandi verso i clienti, per lo più amministrazioni pubbliche.
La tesi sostenuta dalla Procura, che sette anni fa chiese e ottenne il via libera a una ganascia sui beni per 1,5 milioni di euro, è quella che ha prevalso al termine del processo celebrato a carico di Rudy Denis Cepparo, 51 anni, di Martignacco, e Antonio Comelli, 74, di Gorizia, chiamati a rispondere di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte nelle rispettive qualità di amministratore unico di “Tecno.geo srl”, azienda attiva nel settore edile con sede a Pieve di Soligo, e di amministratore unico di “Appalti & Servizi srl”, costituita nel dicembre del 2016, per subentrare alla prima, con lo stesso oggetto sociale e la medesima sede.
Ritenendo fondata l’accusa, il giudice monocratico Nicolò Gianesini ha condannato il primo a 2 anni e 4 mesi di reclusione e il secondo a 1 anno e 6 mesi, a fronte dei 6 anni e mezzo chiesti per entrambi dal vpo Paola Peressini.
A monte delle indagini, condotte dalla Guardia di finanza sotto il coordinamento del pm Marco Panzeri, un’esposizione debitoria di Tecno.geo per oltre 4,3 milioni di euro.
L’ipotesi era che, al fine di evitare il pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto per oltre 200 mila euro, non appena notificato il provvedimento di sequestro conservativo, gli imputati avessero compiuto azioni fraudolente volte a rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva.
Come? Per l’appunto, attraverso la costituzione a Udine di una società “gemella” e la stipula di una “cessione parziale di contratto di affitto d’azienda”, che le permettesse di subentrare a Tecno.geo nei diritti di credito e potestativi, negli obblighi e nelle azioni ed eccezioni contrattuali, per un corrispettivo provvisorio di 2.500 euro.
Tutt’altra la ricostruzione proposta dai difensori, che avevano concluso per l’assoluzione dei rispettivi assistiti e che, letta la motivazione, impugneranno la sentenza in appello.
L’avvocato Luca Zanfagnini ha escluso qualsivoglia volontà da parte di Cepparo di frodare il Fisco, ricordando come l’operazione di costituzione di una società con capitale al cento per cento di Tecno.geo fosse avvenuta alla luce del sole e al solo scopo di terminare i lavori già avviati, evitando semmai di andare incontro a un destino altrimenti segnato. «Un’operazione, quella dell’avvalimento – ha evidenziato il legale – prevista dal Codice degli appalti all’articolo 116».
Né, ha aggiunto, una volta ceduti i requisiti ed ereditati i cantieri, alcuna stazione appaltante ha avuto qualcosa da eccepire.
Più sfumata la posizione di Comelli, che dopo avere a lungo lavorato al fianco di Cepparo come collaboratore tecnico, finì per accettare la guida della Appalti & Servizi.
«Non era al corrente delle questioni di retroguardia in corso con l’Agenzia delle entrate – ha sostenuto il suo difensore, avvocato Enrico Agostinis – e, anche nel breve periodo di amministrazione della neo costituita, si limitò a compiti di natura tecnica».
Da qui, la tesi della sua estraneità dalla gestione tanto dell’impresa, quanto dei contrasti con l’erario. «Una differenziazione già apprezzata dal giudice del dibattimento – la conclusione – e che contiamo di fare prevalere in appello con la totale esclusione di sue responsabilità penali».