«Andrea di York dovrebbe essere in prigione»: lo sfogo del papà della vittima di molestie
Nuvoloni sempre più neri si addensano sulla testa di Andrea di York. Il celebre talk show inglese Good Morning Britain, infatti, ha raccolto lo sfogo di Sky Roberts, papà di Virginia Giuffre Roberts, la ragazza che ha denunciato il principe per violenza sessuale quando lei era ancora minorenne. «Mi piacerebbe vederlo in prigione almeno per un po’», ha detto l’uomo in collegamento video dalla Florida.
«Deve rendersi conto cosa significa essere responsabile delle proprie azioni. Lui crede che, essendo un membro della royal family, può permettersi di fare tutto ciò che vuole, ma non siamo più nell’epoca di William Wallace, i tempi per fortuna sono cambiati», aggiunge il signor Roberts, con un cappello da cowboy e una camicia con disegnati dei cavalli. «Quindi affronti il processo e si faccia giudicare».
Secondo la ricostruzione di Virginia, già accusatrice di Jeffrey Epstein (il miliardario accusato di traffico di minori e morto suicida in carcere due anni fa), Andrea di York avrebbe abusato di lei tre volte, a Londra, a New York e alle Isole Vergini, tra il 2001 e il 2002. «Io sono orgoglioso del coraggio di mia figlia. Il principe sa di essere colpevole, un uomo innocente non si comporterebbe così».
Stando ai report della stampa britannica, il terzogenito della regina Elisabetta avrebbe infatti cercato in tutti i modi di evitare la notifica degli atti giudiziari, lasciando il suo Royal Lodge, a Windsor, per trasferirsi nel castello di Balmoral, e ordinando al suo staff di non accettare nessun plico relativo al processo. Per alcuni tabloid si poteva parlare addirittura di «mirata strategia difensiva».
Pare che il team legale del principe voglia infatti boicottare l’udienza preliminare del processo newyorchese facendo leva su un cavillo: «La documentazione non è stata consegnata correttamente», hanno già fatto sapere gli avvocati di Andrea. Che ha tempo fino al 17 settembre per comparire in tribunale e dire la sua, altrimenti rischia di essere condannato «in absentia» ad un risarcimento milionario.
Sì, perché si tratta di una causa civile, quindi il principe in verità non rischia il carcere. Ma per la monarchia inglese sarebbe comunque un fragoroso schiaffo all’immagine.