Un pivot nell’uovo, ecco il regalo di Pasqua dell’Apu: battuta Treviglio

foto da Quotidiani locali

UDINE. La prima di Cannon al Carnera è una vittoria per l’Apu che batte Treviglio 73-65 anche grazie al nuovo americano che regala ampi sprazzi del repertorio del classico lungo che decide i campionati. Ancora senza Clark, Udine vince e resta in orbita secondo posto. Per centrarlo molto probabilmente dovrà vincere a Cantù tra tre settimane all’ultima tappa dell’orologio.

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Chilometraggio alto, forse troppo, ma Treviglio, signori, è una squadra forte con Miaschi, Guariglia sotto, Pacher, Vitali e Sacchetti e Giuri, in odor di Fortitudo, dalla panchina. Vertemati butta subito in campo Cannon, all’esordio al Carnera, e gli abbina Gaspardo con Arletti al posto di Clark, ancora infortunato e seduto accanto alla panchina.

Pronti via, i lombardi, Udine si affida molto a un giocatore: Gaspardo. Che merita una parentesi: l’ala di Coseano è l’ago della bilancia della squadra. Se gioca come nella prima metà del quarto (8 punti), cioè segna da fuori e penetra, fa la differenza, se fa due falli in altrettanti minuti togliendosi dal match meno.

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Detto che De Laurentiis è preferito a Delia (è ai saluti che giocherà 4 minuti scarsi), Treviglio va che è un piacere contro un’Apu un po’ confusa, capitan Monaldi in primis. Una magia di Da Ros, cui la Gioventù Bianconera dedica uno striscione, impatta sul 22-22. Con Cannon ad autonomia limitata, bene Arletti e De Laurentiis. Attenzione: Treviglio è forte, ma con difesa e contropiede l’Apu, anche senza Clark, ha le chiavi della vittoria. Facile a dirsi, più difficile a farsi. Quando la banda di Vertemati gioca al ritmo degli ospiti torna sotto, col coach costretto a un altro time-out.

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Qualcuno azzarda: tanto col Re Mida, che compra chiunque a Trapani, mica conviene arrivare secondi. Tanto di più sbagliato: intanto si vince e poi si rivince. Vero, Clark e la sua chirurgica capacità di attaccare gli avversari mancano e Cannon con due-tre giocate fa capire perché è stato preso. Riecco difesa e contropiede: l’Apu mostra la migliore versione a chi ha scelto la diretta Rai anziché la cavalcata di Sinner a Miami e chiude avanti 40-33 con una triplona di Monaldi e 17 punti di “Gas”. Applaude in tribuna anche Mario Blasone, coach leggendario, sì leggendario perché ha contribuito alla globalizzazione del gioco, premiato all’intervallo.

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Quando in avvio un arbitro fischia un fallo in attacco a Cannon, con Vitali uccellato, si capisce perché la razza dei lunghi è in estinzione. Se usano il fisico è fallo. Nonostante palle perse di troppo (14 in 30’), che fanno infuriare Vertemati, e diversi errori, l’Apu prende l’inerzia del match sostanzialmente grazie a Cannon. Rimbalzi, stoppate, canestri, anche “sporchi”: che giocatore.

Con lui Udine ha un’altra dimensione, la chiave per provare ad andare lontano. Attenzione però, a fine terzo quarto il 53-46 dice che la partita è tutt’altro che vinta. Treviglio ha veterani a sufficienza per starci nel match.

La terza tripla di Monaldi fa capire, però, all’ex squadra di Vertemati che sarà complicato (56-46), la quarta che sarà quasi impossibile (59-46).

Alla quinta, il capitano, che aveva iniziato male e ha rimontato come Pantani ad Oropa (19 punti alla fine), scorrono i titoli di coda, nonostante qualche sussulto degli ospiti con l’americano Harris. Prossimo passo: vedere questa squadra con Clark e Cannon con più autonomia. E dovrebbe essere un bel vedere.