Il pasto della verdesca e i volti da ricostruire: a Trieste la Notte dei ricercatori fra curiosità e scienza
TRIESTE Alla fermata del bus-navetta davanti alla prefettura, fin dalle 16 di venerdì, si sono assiepati giovani e giovanissimi curiosi, appassionati di scienza e incuranti della pioggia. Destinazione Magazzino 26, dove è andata in scena la lunga maratona di Sharper, la Notte dei ricercatori, che per la prima volta si è tenuta in Porto vecchio, nella sede dell’Immaginario scientifico (Is).
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Una maratona che ha avuto come protagonisti i ricercatori degli enti scientifici di Trieste Città della Conoscenza, che fino alle 23 hanno intrattenuto un pubblico di tutte le età con talk, dimostrazioni, giochi, per raccontare il loro lavoro e regalare pillole di scienza alla cittadinanza.
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Fin dal viaggio in bus, dove Rita, geologa dell’Ogs, ha intrattenuto i passeggeri spiegando, con un cartone animato, cosa sono le correnti oceaniche e Nicola, zoologo del museo di Storia naturale, ha raccontato della difficile convivenza tra i calabroni orientali, arrivati da poco a Trieste, e le nostre api. Il bus era un po’ in ritardo e Alice, Emma, Nicolò, Diego e altri amici, tutti studenti di seconda media, hanno dovuto accelerare il passo per non perdersi la tombola organizzata dall’Istat per spiegare come si misura il benessere equo e sostenibile.
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Nel frattempo un nugolo di bimbi stava partecipando al gioco “Cosa ha mangiato la verdesca a colazione”, pensato per spiegare in maniera divertente come funziona una catena alimentare. A osservarli in disparte, insieme ad altri genitori, c’era Michela, che ha portato a Sharper i suoi due figli, di 6 e 8 anni: «Siamo dei fan dell’Immaginario – racconta – e i miei figli hanno già partecipato a molti laboratori. Si divertono e imparano qualcosa di utile e importante». Era invece un pubblico di giovani adulti quello che si è trovato davanti l’astrofisico Mario, della Sissa. Sotto la lente d’ingrandimento c’era proprio lui, che ha spiegato, dati alla mano, «quanto inquina un astrofisico», tra utilizzo di infrastrutture, viaggi e vita quotidiana: pare che la stima si aggiri intorno alle 40 tonnellate di Co2 all’anno.
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Corrado, chimico dell’Icgeb, ha invece mostrato come, con una strumentazione basilare e un campione di acqua marina, si possa scoprire la quantità di microplastiche che inquinano il nostro mare e, tramite i pesci di cui ci nutriamo, finiscono nel nostro piatto: «Ne mangiamo circa 5 grammi a settimana, l’equivalente in peso di una carta di credito», spiega.
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Anche la Polizia scientifica, con il suo laboratorio viaggiante, ha riscosso molto successo. Sebastiano, che ha scovato un volantino di Sharper in università, ha convinto un gruppo di amiche ad accompagnarlo alla manifestazione: da appassionate della serie Ncis e di documentari sui serial killer non hanno voluto perdersi la spiegazione delle tecnologie impiegate per il riconoscimento dei volti. Nella giornata e serata sono state davvero tante le persone che hanno partecipato alle oltre 20 attività proposte da Sharper, fra incontri, giochi, laboratori, spettacoli e dimostrazioni, su temi come il cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile, la salute dei mari e del pianeta, l’alimentazione, le neuroscienze, le città intelligenti, le stelle e i pianeti.
«Sharper è un’occasione unica che la cittadinanza ha per incontrare le persone che fanno ricerca: che si svolga per la prima volta nella sede dell’Immaginario scientifico è a dir poco emozionante – commenta Serena Mizzan, direttrice dell’Is –. Anche se non ci è ancora stato consegnato il secondo piano e in 1.000 metri quadri stiamo un po’ stretti, fare qui la manifestazione è una grande soddisfazione: si realizza quello che il professor Paolo Budinich aveva desiderato, cioè che il Porto di Trieste da porto delle merci diventasse porto delle idee».
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