Covid. Brusaferro incontra gli studenti modenesi «Vaccini e terapia le armi»
Il presidente dell’Istituto superiore di sanità ieri in cattedra al Policlinico «Per la prima volta nella storia abbiamo modellato la curva dell’epidemia»
MODENA Un pianeta, una sola umanità, una salute. La sanità si lega alla sostenibilità nella lezione di Silvio Brusaferro. Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) ieri ha incontrato gli studenti nell’aula magna del centro servizi del Policlinico. A due anni dal lockdown, il medico difende la scelta dell’allora governo Conte.
«Il lockdown ha ridotto significativamente la circolazione del virus in tutto il Paese – ha spiegato –. In seguito, le zone rosse e gialle si sono dimostrate parimenti efficaci. I dati sulle vaccinazioni ne mostrano l’efficacia. L’insieme di diagnostica da un lato, di terapie messe a punto ma, soprattutto, di prevenzione attraverso i vaccini, sviluppati in tempi rapidissimi e resi disponibili in tempi altrettanto rapidi in miliardi di dosi in tutto il mondo, ha cambiato e sta modellando la curva pandemica».
Brusaferro legge i dati con un’ottica di sistema. Una prospettiva che include la salute del genere umano, del regno animale e dell’ambiente. È l’approccio “One Health”.
«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è straordinario e incredibilmente ricco – ha evidenziato – perché mette a disposizione oltre duecento miliardi di euro. I numeri muovono aspetti importanti. Dobbiamo avere chiaro dove andiamo: gli indicatori provengono dagli obiettivi di sviluppo sostenibile».
I diciassette obiettivi per il futuro dell’uomo sulla Terra sono stati ratificati dai Paesi membri delle Nazioni Unite con il nome “Agenda 2030”. Economia ed ecologia sono più di due parole rimanti con la stessa radice “eco” ovvero casa in greco.
«Oggi non si può crescere nella ricchezza se non si fa crescere anche la salute – la ricetta del medico – La salute, la ricerca e la tecnologia a supporto della salute sono un elemento strategico per il Paese». Il medico mette a confronto gli strumenti adottati per contrastare la pandemia nel ventunesimo secolo e nel basso Medioevo. Tanti i punti di collegamento tra i secoli. La principale differenza è ravvisata nell’utilizzo dei vaccini.
«Il virus ci ricorda che le risposte hanno necessità di tempo. Riusciamo a modellare per la prima volta la pandemia, ma paghiamo ancora un prezzo significativo». Un prezzo che si può ridurre come la curva dei contagi.
«Costruire la fiducia era un tema importante già prima della pandemia. Senza fiducia è difficile costruire salute e garantire benessere. I dati dimostrano che nei Paesi in cui è più alta la fiducia verso il governo il virus ha circolato meno».
Lo sguardo è rivolto con fiducia e speranza alle nuove generazioni. «Oggi in Italia una quota importante dei giovani è in povertà educativa e assoluta. Restano i problemi dell’abbandono scolastico e del decremento della natalità. Investire sui giovani è una priorità su cui dovremo riflettere in futuro».
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