Serramazzoni. Rocco Baglio condannato anche in appello
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Pena di 7 anni e 3 mesi all’ex soggiornante obbligato per corruzione, turbativa d’asta ed estorsione: rischia il carcere
MODENA Condanne tutte confermate in appello per uno dei processi che più ha fatto parlare nella nostra provincia, portando dinamiche ritenute fino ad allora estranee al territorio: appalti pilotati, incendio di abitazioni per ritorsione e una testa di capretto fatta ritrovare davanti allo studio, classica minaccia in stile mafioso, da allarme ’ndrangheta. È il processo Teseo, scaturito da un’indagine a tutto campo della Guardia di Finanza di Modena sul piccolo Comune di Serramazzoni, che ha condotto nel gennaio 2018 a dure condanne.
In quella sede il fioranese Rocco Antonio Baglio, ex soggiornante obbligato originario di Polistena e considerato legato agli ambienti calabresi della criminalità di tipo mafioso, fu condannato a 10 anni di carcere per incendio, estorsione, corruzione e turbativa d’asta, per fatti commessi a Serra tra il 2008 e il 2010. Corruzione e turbata libertà degli incanti legate a lavori sulle scuole affidati alla ditta calabrese Restauro e Costruzioni e subappaltati alla fioranese Unione Group della famiglia Baglio, in virtù di un accordo collusivo con l'allora sindaco Luigi Ralenti. Che però fu salvato dalla prescrizione. Gli incendi invece erano quelli alla villa di Selva di Giordano Galli Gibertini, con contestuali minacce. L’estorsione, con l’aggravante dell’uso di arma da fuoco, riguardava Andrea Rao.
Assieme a Baglio, condannati, sempre per incendio e tentata estorsione, i sodali Marcello Limongelli di Sassuolo (3 anni) e il fioranese Salvatore Guarna (3 anni e 2 mesi). E condannato anche (un anno per lui) Marco Cornia, ex presidente dell’Asd Football Club, per fatture false e soprattutto turbata libertà degli incanti, per essersi accordato per mandare deserti i primi bandi sul restyling dello stadio Roccaforti in modo da poter procedere con affidamento diretto alla Restauro e Costruzioni e quindi in subappalto alla Unione Group.
Ieri a Bologna il Tribunale d’Appello ha ribadito tutte le condanne, diminuendole solo per l’intervenuta prescrizione di alcuni reati. E così a Baglio sono stati dati 7 anni e 3 mesi: rischia il carcere se non va in Cassazione. A Limongelli 2 anni e 7 mesi, a Guarna 2 anni e 7 mesi, a Cornia un anno.
Confermata anche la provvisionale da 50mila euro che Baglio e Cornia devono corrispondere al Comune di Serra costituitosi parte civile, con suddivisione delle quote: a carico di Baglio 33.333 euro, a carico di Cornia 16.666. Più ovviamente il pagamento di tutte le spese processuali del Comune, di primo e secondo grado: Baglio deve rifondere 10.477 euro e Cornia 5.000, oltre le somme accessorie. «L’impianto accusatorio è stato confermato in pieno, nell’ambito di una vicenda che suscitò anche forte allarme sociale – sottolinea l’avvocato Pina Di Credico, del Foro di Reggio, che si è battuta in entrambi i gradi di giudizio come parte civile – non possiamo che essere soddisfatti». —
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