Gara del gas aggiudicata a Italgas. I sindaci contrari: faremo ricorso

La stazione appaltante ha chiuso la procedura. Seconda in graduatoria Ap Reti gas, gruppo Ascopiave

BELLUNO

Il nuovo gestore e proprietario delle reti del gas in provincia di Belluno è Italgas. La stazione appaltante del Comune di Belluno ha concluso le procedure, fatto propria la proposta di aggiudicazione trasmessa dalla commissione che ha analizzato le offerte dei quattro partecipanti e, conseguentemente, ha aggiudicato la gara a Italgas Reti Spa, società con sede a Torino ma conosciuta nel Bellunese perché gestisce la rete del metano a Feltre.

La stazione appaltante, dunque, ha proseguito il suo lavoro nonostante le frizioni degli ultimi mesi, con i sindaci che hanno contestato il valore delle reti del gas inserito nel bando di gara (dopo averne approvato gli importi nei rispettivi consigli comunali) e hanno anche revocato l’incarico alla stazione appaltante del Comune di Belluno. Ma la gara ormai era giunta quasi a conclusione e l’operazione non è servita. Anche perché la convenzione fra i Comuni e la stazione appaltante non è revocabile, e per legge possono essere stazione appaltante solo i Comuni capoluogo o la società che mette in vendita le reti, ovvero Bim Infrastrutture.

La determina che aggiudica la gara a Italgas è stata firmata venerdì scorso. Italgas ha presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa per l’Atem Belluno, con un punteggio complessivo di 94,20/100. Seconda Ap Reti gas Spa (gruppo Ascopiave), con un punteggio di 88,18/100. La società annuncia che farà un acceso agli atti e che sta valutando ogni iniziativa.

Al terzo posto 2I Reti gas Spa (87,50), all’ultimo Erogasmet (14,68). L’aggiudicazione diverrà efficace una volta espletata la verifica del possesso dei requisiti previsti dal codice dei contratti pubblici.

I contrari

«La nostra posizione non è cambiata: la procedura doveva essere interrotta. Ora vedremo il da farsi», commenta il presidente del comitato di coordinamento di Bim Infrastrutture, Bortolo Sala, sindaco di Borca di Cadore. Non si esclude un ricorso contro l’aggiudicazione ad Italgas: «È un comportamento scorretto e irrispettoso nei confronti dei sindaci che avevano chiesto di sospendere la procedura».

Il valore delle reti

Il nodo del contendere è il valore delle reti. Nel bando di gara c’è il dato di 61 milioni, ma secondo i sindaci le reti valgono almeno 75 milioni. Una differenza notevole, che ha portato a chiedere, il 22 novembre dell’anno scorso, alla stazione appaltante di sospendere la gara per fare un approfondimento tecnico. Ma la gara non è stata interrotta. Anzi, i tecnici, chiamati in consiglio comunale a Palazzo Rosso a ricostruire la vicenda, avevano spiegato che il valore (61 milioni) era stato stabilito da Bim Infrastrutture, proprietario delle reti, nel 2015, e confermato nel 2016 utilizzando un differente prezziario (di Trento, nel primo caso, veneto nel secondo). Il dato, inoltre, è stato inserito nel bando di gara dopo le verifiche fatte da Arera, l’Autorità per l’energia e il gas. Tutti i Comuni bellunesi hanno fatto proprio quel valore, approvandolo nei rispettivi consigli comunali, salvo poi contestare quel valore tre anni dopo. La battaglia sembra essere ancora tutta da giocare, e potrebbe servire un giudice per chiuderla.

Il commento

«Noi abbiamo fatto tutto ciò che era possibile per approfondire la questione sotto il profilo politico», commenta il sindaco di Belluno Jacopo Massaro. «Le procedure di gara per legge sono in mano ai tecnici, e la parte politica non può certo interferire, qualora la parte tecnica si assuma la responsabilità di dichiarare che la procedura è corretta. Credo che i ricorsi siano scontati, ma noi ne staremo fuori perché il Comune di Belluno è socio di Bim Infrastrutture, io sono presidente dell’Atem Belluno e sono anche il sindaco della stazione appaltante». Tre ruoli che rappresentano tre interessi differenti nella vicenda.

«Abbiamo da subito preso atto dei dubbi sollevati da alcuni sindaci, ma ad oggi al Comune di Belluno non è stata fornita documentazione sul fatto che il valore delle nostre reti sia diverso da quello inserito nel bando di gara», conclude Massaro. «In caso contrario avremmo subito fatto una delibera in autotutela». Atto che nessun Comune della provincia risulta avere approvato. —