Famiglia in quarantena da 2 mesi, l’Usl di Belluno: «Li abbiamo seguiti»
L’azienda sanitaria e il caso della famiglia di Quero Vas isolata dal 29 marzo: «È stata presa in carico, attivato anche un servizio di supporto psicologico»
BELLUNO. «La famiglia di Quero è stata presa in carico». L’Usl ha inviato una precisazione sul caso della famiglia di Quero Vas, costretta in isolamento dal 29 marzo perché uno dei componenti il nucleo familiare continua ad essere positivo al Covid pur non avendo più sintomi. «Casi di isolamento prolungato di interi nuclei non sono rari e si verificano per la persistenza di positività al tampone e per una non ferrea o impossibilità di aderenza ai protocolli di isolamento», spiega la direzione generale dell’Usl Dolomiti.
«La famiglia di Quero è in isolamento domiciliare fiduciario dal 29 marzo come prevedono i protocolli messi in atto a livello nazionale, in seguito al riscontro di una positività di un membro della famiglia. Dopo la prima positività riscontrata appunto il 29 marzo, il 2 aprile sono stati fatti i tamponi all’intero nucleo, risultato tutto positivo al Covid19. Purtroppo nel nucleo familiare permane una positività, che persiste dopo ben otto tamponi fatti finora. I casi di prolungata positività pur in assenza di sintomi, seppur esigui, non sono rari».
«Gli altri tre componenti del nucleo risultano clinicamente guariti (due tamponi negativi di seguito): uno dal 23 aprile e due dal 6 maggio», prosegue l’Usl. «La possibilità di concludere l’isolamento per ciascun familiare è stata valutata da parte dei medici del servizio Igiene e sanità pubblica, ma la valutazione, stante i comportamenti assunti e dichiarati che non risultano essere completamente ottemperanti alle linee guida relative all’isolamento, non poteva essere favorevole e quindi l’isolamento di tutti è stato prolungato fino alla negativizzazione di tutti i componenti».
«Inoltre, oltre alle costanti telefonate di sorveglianza attiva da parte dell’unità di crisi del dipartimento di Prevenzione, è stato attivato il 27 maggio anche il supporto psicologico per un sostegno nell’affrontare questo lungo periodo di isolamento», conclude la nota. «Per oggi era già in programma un tampone per tutto il nucleo familiare. Si ritiene quindi che la famiglia sia stata presa in carico, pur comprendendo umanamente il disagio del prolungato isolamento, e si augura che la stessa possa al più presto tornare a una vita di relazione».
Sul caso è stato interpellato anche il sindaco di Quero Vas, che spiega: «È un problema sanitario, per cui la situazione la gestiscono loro e come Comune non possiamo fare nulla. Durante questa fase emergenziale dobbiamo attenerci alle regole. La vicenda è delicata e difficile, per cui dispiace. Abbiamo appurato che in alcuni casi succede che il Covid-19 non si negativizzi totalmente e i sintomi possono ripresentarsi a distanza di giorni, ma saranno i sanitari a fare le loro valutazioni e stabilire come agire», conclude.