La contromanovra del Pd: “Aumentare gli stipendi medio-bassi”
Nei piani dem una cura choc da 15 miliardi per abbattere le tasse
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Quello che si sta preparando nei piani alto del Pd è un piano per l’Italia che dovrebbe essere articolato su tre parti: riduzione drastica del costo del lavoro per ridurre il gap con gli altri paese; una strategia per ridurre l’impatto ambientale, che dovrebbe produrre almeno 400mila nuovi posti di lavoro “verde”; e un capitolo dedicato alla scuola, con l’aumento degli stipendi agli insegnanti, il potenziamento della dotazione informatica e la messa in sicurezza degli edifici.
Secondo il segretario dem è soprattutto sui salari che si giocherà la battaglia politica: “Lì si dimostrerà chi è vicino e chi è lontano alle persone – sottolinea oggi Zingaretti – Tutti i soldi che ci sono, 15 miliardi, dovranno andare a tagliare le tasse sul lavoro e aumentare i salari. Se no – aggiunge – non ce la facciamo, come dimostrano gli ultimi dati sulla riduzione del potere di acquisto”.
Da una parte il leader della Lega dice infatti di voler ridurre le tasse a famiglie e imprese, dall’altra, però, contribuisce a scrivere provvedimenti dove l’andamento delle imposte ha tutt’altra direzione. Si veda ad esempio il recente aggiornamento al documento di Economia e Finanza, dove c’è scritto nero su bianco che dal prossimo gennaio l’Iva e le accise sulla benzina aumenteranno. O basti guardare cosa è stato inserito nella Legge di Bilancio approvata qualche mese fa, dove c’è la demolizione di alcune misure che di fatto aumentano le tasse sulle imprese: vedi la demolizione del piano di impresa 4.0, l’eliminazione del super ammortamento e del credito di imposta, la cancellazione dell’Iri (la tassa che permetteva alle piccole imprese di pagare meno). Tutte misure la cui somma genera un aumento delle tasse più alto rispetto alle agevolazioni inserite (l’aliquota al 15% per chi assume e l’estensione del regime forfettario alle partite Iva). E a certificarlo non sono esponenti politici di parte, ma l’ufficio parlamentare di Bilancio, autorità che ha l’onere di controllare le misure proposte da governo e parlamento.
Ma i leader della maggioranza, a quanto pare, preferiscono parlare di altri temi.
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