Halloween, il ritorno del lupo mannaro di Villa Borghese
No, non era solo una leggenda: il lupo mannaro di Villa Borghese – la belva che settant’anni fa terrorizzò chiunque ebbe la sfortuna di incontrarla lungo i viali alberati e nelle fontane alle spalle di Piazza del Popolo – è realmente esistito. E quest’anno – considerata la luna piena del prossimo 31 ottobre – potrebbe tornare a farsi vivo proprio nei luoghi dove venne per la prima avvistato.
Piccolo antefatto: nell’immediato secondo dopoguerra, in molte città d’Italia – da Milano a Roma fino a Lecce, passando per Bologna – si verificarono numerose incursioni di licantropi. Una delle storie che più scioccò l’opinione pubblica del tempo fu l’apparizione di uno di essi tra le mura di Villa Borghese. Ne parlò ad esempio l’Unità, che sul quotidiano del 24 gennaio 1949 pubblicava un trafiletto intitolato: Riappare a Roma il lupo mannaro. «Riappare» sì, perché il primo avvistamento della bestia si registrò tre anni prima, nel 1946, durante una notte estiva di plenilunio. Le cronache dell’epoca raccontano di un uomo che raspava con forza il terreno, ululava alla luna e si nascondeva nei cespugli, pronto a balzare addosso agli ignavi passanti. Prima che arrivasse la polizia, l’uomo lupo riuscì a raggiungere il lungotevere e si dileguò.
Nel novembre del 1947 si interessò al caso anche il fu Corriere d’Informazione, riportando le testimonianze di alcuni passanti che giurarono di aver visto nei giardini della Villa un uomo con il volto nascosto da un berretto e con il corpo avvolto in un pastrano, che si abbeverava alle fontane, ringhiava e minacciava chiunque provasse ad avvicinarlo. Finalmente, nel 1949 la svolta. Richiamate da alcuni turisti, le forze dell’ordine si ritrovarono di fronte a un uomo visibilmente alterato. Quando lo identificarono, trovarono scritte sulla carta d’identità generalità tanto comuni da sembrare quasi beffarde: il licantropo si chiamava Pasquale Rossi. Portato in caserma, il Rossi dichiarò che i suoi strani comportamenti avvenivano solo quando la luna era piena e ne descrisse tutti i sintomi: i peli e i capelli gli si rizzavano, un calore intenso lo pervadeva e una forza inspiegabile gli si spandeva in tutto il corpo.
Il Rossi finì prima nel carcere di Regina Coeli e poi in manicomio. Rilasciato, chiese una pensione d’invalidità per licantropia che, stranamente, non gli venne mai concessa. Morì, pare, alcuni anni dopo, non prima di essere stato intervistato dallo storico Cesare Bermani che alla misteriosa vicenda del lupo mannaro di Villa Borghese dedica un capitolo del suo libro Volare al Sabba, una ricerca sulla stregoneria popolare (DeriveApprodi, Roma 2008), in cui parla espressamente di «deliri da metamorfosi».
Ora: lungi dallo scrivente voler riesumare fatti di cronaca sepolti e leggende sulla reincarnazione, ma è comunque il caso di ricordare nuovamente che il prossimo 31 ottobre alle 16:51 sui cieli sopra Villa Borghese sarà visibile la luna piena. Chi volesse avventurarsi (a proposito: nella gallery sopra abbiamo ricostruito i luoghi in cui il Rossi venne presumibilmente avvistato) tra i boschetti e le fontane della Villa si ricordi solo, per la propria sicurezza, di indossare sempre la mascherina.
INFORMAZIONI UTILI
Per il pernottamento a Roma utile alle ricerche che hanno permesso la scrittura di questo articolo ci siamo affidati a Vrbo, motore di ricerca di case vacanza che permette di scegliere tra oltre due milioni di immobili in tutto il mondo. Nonostante il suo focus principale sia l’accoglienza di nuclei familiari, Vrbo offre soluzioni per tutte le situazioni e tutte le tasche. In questo caso, abbiamo optato per una casa arredata in stile industrial e shabby chic, dotata di un meraviglioso terrazzino che si affaccia sui tetti del quartiere Ponte. Ovviamente, a due passi da Villa Borghese.