Il miracolo di San Gennaro nel 2020, cosa significa per i napoletani
In un anno così strano, per molti funesto perché anche bisestile, non c’è limite alle credenze popolari. E i napoletani avvezzi a rituali e superstizioni possono tirare un sospiro di sollievo perché il loro Santo Patrono, San Gennaro protettore della città, anche ai tempi del coronavirus ha espletato il suo miracolo: il sangue del martire si è sciolto nella teca che lo contiene.
Il ripetersi della liquefazione è considerato di un buon auspicio per Napoli e la Campania e avviene tre volte l’anno, tra cui il 19 settembre, il giorno di San Gennaro. Oggi il miracolo è stato salutato in una cattedrale, il Duomo di Napoli, semi-vuota, con il solito sventolare dei fazzoletti bianchi.
La cerimonia è stata celebrata dal cardinale Crescenzio Sepe, entrato nella Cappella del Santo per l’ultima volta, prima che si proceda all’avvicendamento del suo successore, il cardinale ha dato le dimissioni il 2 giungo e gli è stata concessa una proroga del suo ufficio fino al momento del prodigio della liquefazione.
Nel Duomo hanno presenziato alla celebrazione, con distanziamento causa covid sull’altare, il sindaco de Magistris, il governatore De Luca, il vicecapo della Deputazione di San Gennaro, Riccardo d’Andria Carafa, il deputato di Iv, Gennaro Migliore, il prefetto di Napoli, Marco Valentini.
È stata la prima volta nella storia del miracolo che la cattedrale non è stata presa d’assalto dai fedeli ma rispettato il distanziamento necessario. Il Santo, però, perpetrando il suo miracolo ha dimostrato ai napoletani credenti che non li ha abbandonati. Anzi, i più fervidi seguaci del culto di San Gennaro hanno anche interpretato come buon segno di risoluzione delle difficoltà legate alla pandemia, il fatto che il sangue si sia sciolto già qualche minuto prima che la teca fosse stata mostrata e persino senza alcun grumo, come invece era successo in passato.
COSA SIGNIFICA PER I NAPOLETANI IL MIRACOLO DEL SANGUE DI SAN GENNARO
La prima volta che è stato riferito il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro, risale al 17 agosto del 1389 da parte di un autore siciliano. Il miracolo da allora si ripete tre volte l’anno: la prima domenica di maggio in ricordo della traslazione delle sue reliquie, il 19 settembre, ricorrenza della decapitazione del martire, il 16 dicembre, quando il santo fu invocato dai napoletani in occasione di una eruzione del Vesuvio che aveva già colpito Ercolano, Torre Annunziata e Portici, il sangue si sciolse e si narra che miracolosamente la lava si fermò salvando la città dalla distruzione, era il 1631. Il santo, detto «Faccia Gialla», per il colore della statua che lo rappresenta, viene invocato dai fedeli in caso di gravi calamità naturali, terremoti o eruzioni, di carestie e pestilenze. Per i napoletani il mancato avverarsi della liquefazione (o anche il solo ritardo) è considerato presagio di eventi drammatici.