Da «The French Dispatch» di Wes Anderson a «Soul» della Pixar: così Cannes sigilla i suoi film
Thierry Frémaux non ha mai pensato di cancellare il Festival di Cannes. Nella storia della Croisette era successo solo due volte, nel 1939 e nel 1968 (l’edizione si fece, ma il concorso fu sospeso), ma quest’anno, a causa del Covid-19, il rischio di tenere chiusa la Marché du Film era grande, addirittura necessari0. E così, dopo il timido rinvio in estate e l’impossibilità di slittare a settembre nel territorio già conquistato da Venezia e Toronto, Cannes si ritira, ma non nella maniera che ci si aspetterebbe. Per il bene del cinema e del ritorno in sala, Frémaux fa, infatti, sapere che il concorso è stato cassato, ma che la selezione c’è e non è mai stata messa in discussione: «Per noi è il modo migliore per aiutare il cinema, concentrarsi sui film che usciranno nei prossimi mesi» spiega il patron accanto al presidente Pierre Lescure al momento dell’annuncio dei 56 film provenienti da 147 Paesi che verranno marchiati con il logo del Festival, la celebre Palma d’Oro.
https://twitter.com/Festival_Cannes/status/1268238129791721476«La selezione esiste, è qui, ed è anche bella. Ci dice che il cinema, scomparso dalle sale per tre mesi, nel 2020 è più vivo che mai. Il cinema non è morto. E neanche malato» esulta Frémaux spiegando di aver ricevuto in quest’ultimo anno oltre 2ooo lungometraggi, 2067 per la precisione, un record assoluto nella storia di Cannes. Delle 56 pellicole selezionate, 16 sono realizzate da donne e 15 da esordienti: il cinema è vivo, quindi, anche se qualche malpensante maligna che Cannes, con questa mossa, abbia semplicemente voluto mettere i bastoni tra le ruote ai festival concorrenti, Venezia su tutti, per impedire che certi film venissero proiettati altrove. Tra i titoli più ghiotti che Cannes ha «sigillato» segnaliamo The French Dispatch, l’ultima fatica di Wes Anderson con Timothée Chalamet e Bill Murray che avrebbe dovuto aprire questa 73esima edizione, Soul di Pete Doctor, il nuovo film Disney Pixar, Falling, che segna il debutto alla regia dell’attore Viggo Mortersen, Été 85 di François Ozon, True Mother di Naomi Kawase, Lovers Rock e Mangrove, entrambi di Steve McQueen, Druk (Another Round) di Thomas Vinterberg e Neuf jour à Raqqa di Xavier Tolosane.
https://www.youtube.com/watch?v=TcPk2p0Zaw4No, nessun film italiano selezionato. «Posso dire che n’è uno che è quasi italiano, La chasse à la truffe, un film americano girato in Italia» replica seccamente Frémaux mentre i dubbi sono tutti rivolti a Nanni Moretti e al suo Tre piani (tratto dal romanzo di Eshkol Nevo), che sembrava una presenza certa della Croisette del 2020 e che potrebbe slittare al 2021 o, addirittura, alla Mostra del Cinema di Venezia a settembre. E mentre mancano all’appello anche titoli altrettanto certi come Benedetta di Paul Verhoeven o Arthur Rambo di Laurent Cantet, quello che è certo è che al Lido non vedremo nessun film con il «bollino» di Cannes, anche se una collaborazione tra le due rassegne sembra ancora in ballo, forse anche per via dell’omaggio che la Marché du Film aveva pensato di confezionare per rendere omaggio a Federico Fellini: «Avremmo per 12 giorni ripetuto le sue parole, che Quentin Tarantino non manca di ripetere: viva il cinema».