Mangiare è bellissimo ma organizzarsi è uno strazio e so che lo pensate anche voi
Ci sono tantissime cose belle e aspetti positivi dell’andare a vivere da soli. Potrei fare un elenco lunghissimo, ma i più rilevanti sono sicuramente il non dover rendere conto a nessuno delle tue uscite e decisioni, il silenzio, il non dover condividere le cose, l’avere finalmente degli spazi tuoi che sono veramente tuoi, essere liberi di invitare a casa chiunque tu voglia, ma soprattutto, poter mangiare quello che ti pare quando ti pare.
Ecco, mi piacerebbe soffermarmi su quest’ultimo punto per fare alcune delle mie riflessioni. Prima di andare a vivere da soli il cibo è una cosa a cui non diamo molto peso. Molti di noi hanno la fortuna di non dover pensare alla spesa o al preparare da mangiare quando vivono in famiglia. Quando andiamo a vivere da soli sappiamo perfettamente che da quel momento in poi dovremmo cucinare per noi stessi per sopravvivere, magari pensiamo che ci piaccia anche cucinare, come credevo anche io, ma poi ci si rende conto che non è questo il vero problema.
Infatti, dopo due anni che non vivo più a casa con la mia famiglia, mi rendo conto che la cosa più difficile in assoluto non è pagare l’affitto e gestire le mie finanze, non è pulire o tenere in ordine i miei spazi, ma è decidere cosa cavolo mangiare, più volte al giorno, ogni singolo giorno della mia vita.
E purtroppo non si riduce solo a quello, perché oltre a pensare a ciò che devo mangiare (azione indispensabile se non voglio prepare pasta al pomodoro 5 volte a settimana e hummus e pane per tutti i pasti restanti), devo anche considerare di comprare quello che mi serve quando vado al supermercato.
Questo implica essere sempre preparati: devo sapere cosa vorrò mangiare nei giorni successivi, sapere quali ingredienti mi serviranno, fare attenzione a non comprare cibo che scade nell’arco di 2 ore, ma soprattutto, quando arriva il momento di cucinare, sforzarmi di alzare le chiappe e farmi venire la voglia. Senza contare che nella mia vita (e probabilmente anche nella vostra) è sempre presente un maledetto pacchetto di patatine che viene comprato perché “non si sa mai, per sicurezza”, ma poi in realtà serve solo a rendere impossibile il trovare la voglia di cucinare.
Tutto questo consapevole del fatto che non ci sarà mai una fine a questo strazio, non ci sarà mai un punto in cui tutto mi apparirà chiaro e non ci sarà mai un momento in cui finalmente il nutrirmi in modo sano e organizzato sarà più semplice e appealing di quel pacchetto di patatine.
Detto ciò, purtroppo non ho alcuna soluzione concreta da darvi, sto scrivendo mentre mangio un pacchetto di caramelle gommose che probabilmente saranno la mia cena.
Voglio solo sperare che con il tempo si diventi più responsabili, forse con gli anni che passano il nostro corpo inizierà a mandare dei segnali più chiari del tipo “alzati dal letto e impara a mangiare” scritto in fronte e a quel punto sono sicura che non potrò fare altro che ascoltarlo, ma per ora, questo è il racconto del mio strazio più grande che non sembra fare alcun progresso da due anni.