Slam e il «vivaio» dei velisti
Per Alberto II «la vela insegna la perseveranza e l’umiltà». Per questo il Principe (assieme a tutta la famiglia reale) sostiene da sempre questo sport, anche in qualità di presidente dello Yacht Club Monaco. Al club – tra regate, eventi e sfilate di barche incredibili – si crescono (gratuitamente) i campioni di domani, anche grazie all’aiuto di un’azienda italiana, Slam, e sotto la supervisione di un nostro connazionale, Paolo Ghione.
Originario di Torino e oggi residente a Bordighera, Ghione è il tecnico che ha accompagnato una certa Alessandra Sensini nel gotha del windsurf e oggi continua a dedicarsi alla formazione a 360 gradi dei talenti della vela, ma lo fa dal Principato e come Responsabile area competizione e area performance della Monaco Sport Academy. Un piccolo vivaio di eccellenze – oggi sono 13 i ragazzi, tra i 13 e i 24 anni, che ne fanno parte – dove si spera di scoprire dei talenti da accompagnare a Parigi per i Giochi olimpici 2024.
Campioni di domani
«I ragazzi si trovano già a 12/14 anni a dover seguire metodologie d’allenamento che solo 10 anni fa utilizzavamo con atleti che avevano un livello olimpico», ci spiega Ghione. «Così si trovano ad affrontare pressioni enormi: le scuole sono sempre più selettive, gli allenatori sempre più esigenti… Mentre loro vorrebbero anche fare la vita da adolescenti. Noia Monaco partiamo da una base numerica talmente piccola che non possiamo permetterci di perdere nessuno per strada. Così abbiamo pensato di aiutarli, per esempio, affiancando loro preparatori mentali che utilizzano le tecniche della psicologia sportiva per ascoltare gli adolescenti senza giudizio e intervengono nei momenti di difficoltà, nel dialogo con la famiglia, con gli amici, con la scuola. Un coaching di vita».
Mentre parliamo di fronte a noi si svolge uno spettacolo ipnotico: nel Principato, infatti, è in corso la 36esima edizione della Primo Cup, una regata che dal 6 al 9 febbraio scorsi ha chiamato a raccolta equipaggi da tutto il mondo, per sfidarsi in diverse categorie.
Vi partecipano anche alcuni allievi di Ghione, come Matthieu Choquet, 17enne specialista del foil, una piccola imbarcazione che «vola» sull’acqua, e Andrea Filip Tortella (nella foto sopra), un 16enne di padre italiano e madre croata che, ci racconta, mentre studia al liceo scientifico (che «si trova in alto, proprio accanto al Palazzo reale») si allena «tre volte alla settimana in mare, tre in palestra e tutte le sere a casa».
Insomma, per entrare nel programma bisogna essere motivati. «Quando si uniscono a noi come prima cosa diciamo ai ragazzi che la vela è uno sport che richiede grande umiltà e che ha bisogno di un percorso di formazione particolarmente lungo. Quindi cerchiamo di trasferire piacere, ma anche insegnare che con la perseveranza e col lavoro si possono ottenere tante cose. Non ci vuole per forza il “genio” o il “talento genetico”».
L’avanguardia della performance
Lo Yacht Club Monaco è un «laboratorio» di campioncini, ma anche un laboratorio dove si testano nuovi materiali. Che sono alleati indispensabili degli sportivi nel raggiungere l’eccellenza. Per questo motivo Slam, produttore genovese di abbigliamento sportivo, ha deciso di appoggiare la Monaco Sport Academy come partner tecnico, fornendo consulenza e la dotazione per affrontare il mare.
Le richiesta sempre più insistente da parte dei velisti di capi capaci di coniugare traspirabilità e impermeabilità, favorendo al contempo la libertà di movimenti spinge l’azienda a una ricerca continua nell’ambito dei materiali. Lo stato dell’arte è la nuova cerata oceanica Win-D Ocean Dry Top che sarà indossata a partire da marzo dalla sezione sportiva dello Yacht Club Monaco e che diventerà il capo di riferimento per affrontare al meglio questa stagione velica.
Un mare per tutti
Oltre all’eccellenza nelle performance, c’è un valore, intrinseco nel dna del velista, che sta guidando il team di ricerca e sviluppo di Slam in territori inesplorati: la sostenibilità. All’ultima edizione di Pitti Immagine Uomo a Firenze, per esempio, ha fatto la sua prima apparizione una giacca tecnica realizzata con gusci di caffè. Ma ci sono anche giacche in neoprene riciclato o zaini realizzati riutilizzando le vele della barca di Andrea Fantini, navigatore oceanico che ha partecipato alla Transat Jacques Vabre.
La sostenibilità è un valore che non solo va praticato, ma anche insegnato: per questo l’azienda ha cominciato una collaborazione con Mauro Pelaschier. L’ex timoniere di Azzurra, la prima imbarcazione italiana che partecipò alla coppa America nel 1983, è anche ambasciatore di One Ocean Foundation impegnata nella salvaguardia dell’ambiente marino e porta nelle scuole i valori del mare.
Slam ha «imbarcato» nella sua opera di «mecenatismo» anche un grande del calcio: infatti l’azienda si è unita a Marcello Lippi, presidente della onlus Insuperabili, nell’impegno di avvicinare al mondo della vela anche i giovani disabili. Perché la vela è scuola di vita, per tutti.