Invito a Palazzo Versace
Donatella arriva con un abito corto a fiori, un rossetto bronzo sulla carnagione californiana e ciglia lunghissime. Sorride, guarda tutti negli occhi e ringrazia stringendo le mani. È seguita dalla figlia Allegra, camicia oversize stampata e il trucco nero come lo porta sua madre.
Infrangendo l’etichetta, la padrona di casa arriva dopo i suoi ospiti, aprendo le stanze dell’unica dimora di famiglia non diventata albergo: siamo in via Gesù 12, una delle vie più discrete del quadrilatero della moda milanese, al secondo piano del palazzo che fu casa e studio del fratello Gianni dal 1986.
Un luogo senza tempo vestito di dipinti seicenteschi, mobili d’epoca e pezzi di design, con opere antiche diventate poi ispirazione per molte delle loro collezioni. La signora Versace non ce l’ha fatta a mostrarci gli appartamenti dove Gianni dormiva e lavorava: i tacchi della stampa internazionale hanno potuto calpestare solo il marmo a scacchi dell’atelier sartoriale e le scalinate ingioiellate di passamano barocchi, ma non i tappeti delle sale intime di famiglia. Un gesto tenero di riservatezza che suona soave come un adagio di Schubert in un mondo di Lady Gaga e Madonna.
E così, mentre i giornalisti camminano tra gli abiti iconici esposti come trofei insieme ai primi sei profumi dedicati all’haute couture della maison (motivo dell’invito), le sarte nella sala a fianco cuciono un mini abito per Kylie Jenner e assemblano gli ultimi jais su una tuta in tulle destinata a qualche altro esile corpo del jet set. Davanti a noi, una decina di ricamatrici di ogni età: dita che spingono aghi nella seta e unghie corte che piegano uncini di maglia metallica, quella del tessuto metal mesh, il più leggero al mondo inventato da Gianni nel 1982.
S’ispira a tutto questo lavoro, tra l’artigiano e l’artistico, la collezione esclusiva (anche nel prezzo) di fragranze Atelier Versace progettate in collaborazione con EuroItalia e create da nasi di fama mondiale. Sei bouquet, per uomo e donna indistintamente, che spaziano dal fresco al floreale, al legnoso, legati agli stessi valori e alla stessa ricerca di qualità tipica del made in Italy: la nota di gelsomino di Jasmin au soleil, per esempio, è nuova e originale perché ottenuta da fiori raccolti solo di mattina presto; oppure Vanille Rouge, che raggiunge l’opulenza con un’alta dose di vaniglia del Madagascar combinata con cuoio e rose; o ancora l’odore della polpa dei fichi maturi di Figue Blanche, che ha conquistato gli esperti presenti a quella serata.
In ogni caso, qualsiasi sia la scelta, nelle fragranze Atelier Versace ci sono sia la storia dell’impero Versace, sia l’attitudine dei suoi abiti gioiello. E finalmente, il sogno di vestire una creazione dell’atelier tra i più frequentati di Hollywood può avverarsi nelle nostre stanze.