Le Roi Platini, gloria e ombre di una vita (anzi due)
Quando giocava era Le Roi. Il Re. Nelle ore in cui annotiamo i guai giudiziari di Michel Platini – indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta sull’assegnazione ai Mondiali in Qatar del 2022 – diventa necessario ricordare la prima vita di Michel, quella del fuoriclasse assoluto, che ha seminato bellezza nel decennio che va dalla metà degli anni ’70 alla metà degli ’80, vincente con la maglia della Juventus di Trapattoni e con quella della Francia Campione d’Europa nel 1984. Era naif, irriverente, fuori dalle regole. Pensava con i piedi, aveva parole taglienti, frequentava i territori dell’ironia. Faceva il francese con gli italiani, ma appena rimetteva piede in patria elogiava l’Italia.
Era un campione speciale. Gianni Agnelli se ne era perdutamente innamorato. L’Avvocato era rimasto stregato dalla classe sprezzante di quel ragazzo che giocava con stampato in faccia un mezzo sorriso divertito e che faceva della leggerezza la propria cifra stilistica. In un calcio di grandi campioni – era l’epoca di Maradona, Zico, Falcao – Platini si distingueva per la naturale inclinazione all’eleganza, per un modo di porsi mai banale. Negandosi ai giornalisti che lo inseguivano ovunque per strappargli una dichiarazione diceva: «Anche Einstein – intervistato tutti i giorni – farebbe la figura del cretino».
La Juventus di Platini è un’opera d’arte, un punto di riferimento, la punta dell’iceberg di tutto il movimento italiano. «E’ il mio vizio», diceva l’Avvocato, per poi aggiungere: ««L’abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras».
Di origini italiane, suo nonno paterno era di Agrate Conturbia, su in Piemonte, nelle distese di terra verso Novara mentre sua mamma Anna Piccinelli ha origini bellunesi; Platini ha giocato nell’ultima epoca romantica e sentimentale della serie A. Cinque stagioni in Italia, due scudetti, la Coppa dei Campioni, quella delle Coppe e quella Intercontinentale, tre volte capocannoniere del campionato e tre volte Pallone d’Oro, Michel lascia il calcio ancora giovane, a 32 anni, nel 1987. Gianni Agnelli gli chiede se vuole continuare a lavorare nella Juve. Le Roi risponde: «Avvocato, non ho più benzina. Torno a casa mia». Gianni Brera disse che «era bello vederlo calciare il pallone», Eduardo Galeano scrisse che «Nei piedi di Platini risiedeva l’armonia».
Dopo un solo anno di pausa, Platini era tornato sulla scena da ct della Francia, guidata dal 1988 al 1992. Fu un mezzo fallimento, che suonò come una condanna. Michel lasciò dire, si sfilò, uscì dal campo con la classe che l’aveva sempre contraddistinto e cominciò un’altra vita, quella del dirigente. In quel ruolo – da presidente del comitato organizzatore del Mondiale che la Francia giocò in casa nel 1998 – gli riuscì l’impresa che da calciatore aveva solo sfiorato: vincere un Mondiale.
Da allora la sua carriera è stata in continua ascesa, prima da vicepresidente della Federcalcio francese, poi da presidente dell’UEFA (rieletto per ben tre volte), infine da candidato alla presidenza della FIFA. Ma a quel punto – parliamo dell’ottobre di tre anni fa – qualcosa si è inceppato, sono insorti i guai giudiziari, i sospetti, i veleni, le accuse di corruzione la sospensione «etica» dalla FIFA. E i tribunali, i processi, le condanne, le assoluzioni. L’antico rivale, Diego Armando Maradona, non era stato affatto tenero. «Platini è un bugiardo, un commediante».
Meno di un mese fa – a fine maggio – la magistratura elvetica l’aveva scagionato da ogni accusa. Platini sembrava pronto per uscire allo scoperto e riprendersi quello che gli era stato tolto. Aveva commentato con il consueto sarcasmo: «La gente ama il calcio pPerché non ha nessuna verità e nessuna legge». Questo fermo con l’accusa di corruzione rimette in discussione tutto. Venerdì Michel Platini compirà 64 anni. Ha già vissuto più vite di quante ne avrebbe volute, molte le gioie, altrettanti i tormenti. Nella sua autobiografia ha scritto: «La vita è un gioco e va giocata sapendo che si può perdere. Ma che senso ha non giocarla?».