Le 3 personalità della moda nella top 100 del Time
Anche quest’anno, l’industria della moda ha lasciato il suo segno indelebile nell’attesa lista annuale della rivista TIME, che ogni anno nomina le 100 persone più influenti del mondo. Dall’universo dello sport al settore dell’intrattenimento, celebrità e nomi noti nel proprio settore, hanno svettato nella prestigiosa classifica, compresi alcuni dei designer del momento e non solo. Ma chi ha selezionato le personalità più rilevanti di quest’anno?
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Time, tante donen tra le 100 personalità dell'annoNel 2019, per la prima volta, il magazine ha scelto i nomi della sua prestigiosa lista in maniera differente, invitando i membri della community TIME 100 a parlare in occasione di un summit organizzato a New York City: all’evento, hanno partecipato alcuni dei protagonisti dal mondo della politica e degli affari, tra cui il CEO di Apple Tim Cook, oltre a artisti, scienziati, attori e attivisti. Tutti riuniti con l’obiettivo di selezionare le personalità del 2019 in modo che la lista rifletta uno sguardo a 360 gradi sul mondo. E in questa visione non potevano che rientrare alcuni dei nomi più autorevoli della moda contemporanea: Clare Waight Keller, Pierpaolo Piccioli e Pat McGrath.
Clare Waight Keller
La direttrice artistica di Givenchy, nominata per il TIME dall’attrice Julianne Moore, coltiva la sua passione per la moda sin da piccola, quando sua madre le cuciva i vestiti addosso. È a partire dall’esperienza familiare che la stilista ha sviluppato il suo amore per gli abiti, crescendo con l’idea che la moda fosse un mezzo di espressione personale. Dotata di grande talento, Clare Waight Keller si è laureata al Royal College of Art, dove ha appreso anche la parte più legata al fashion business, distinguendosi nel corso degli anni con il suo stile femminile e ricercato: ne è un esempio il celebre abito da sposa realizzato per Meghan Markle in occasione delle sue nozze reali. Il TIME ha dichiarato: «Siamo attratti dal lavoro di Clare perché non progetta dall’esterno, progetta dall’interno». La lista del magazine ha riconosciuto inoltre l’attivismo, l’innovazione e la capacità della stilista di raggiungere attraverso la sua moda gli individui più influenti del mondo della politica, della scienza, dell’economia e non solo. «Sono molto orgogliosa e onorata di essere annoverata tra queste illustri compagnie», ha dichiarato Clare Waight Keller.
Pierpaolo Piccioli
Lo stilista è stato nominato da Frances McDormand secondo cui «Non sente il bisogno di cancellare il passato ma si basa sulle sue fondamenta, e così facendo rende il futuro della casa più forte, più coraggioso. La sua visione inclusiva è evidenziata dal modo in cui onora gli artigiani nel suo atelier e condivide un pasto con loro dopo gli eventi couture». È così che Pierpaolo Piccioli ha scritto il nuovo corso della Maison Valentino, non perdendo mai l’occasione di rendere la moda un mezzo per parlare di cultura dell’inclusione e della necessità di una presa di posizione su ciò che accade nel mondo: non solo estetica, ma anche solidarietà e umanesimo, per nutrire e riscoprire quell’autenticità necessaria per continuare a creare la bellezza.
Pat McGrath
«Quando ho iniziato a fare la modella, non c’erano truccatori neri» ha dichiarato al TIME Beverly Johnson, la prima modella afro-americana in copertina per Vogue «È stata una sfida dare il meglio con i truccatori che non capivano il nostro colore della pelle, e i fotografi che non ci avevano mai fotografato e non registravano colori più scuri». A scrivere un nuovo capitolo in tal senso ci ha pensato Pat McGrath, nominata nella top 100 del TIME proprio da Beverly Johnson: la make-up artist ha dato modo al pubblico della moda e non solo di vedere davvero la bellezza di modelle e modelli neri, permettendo loro di mostrarsi per ciò che sono, senza i filtri di una visione «bianca». Il trucco della McGrath non è solo un bel trucco: con i suoi audaci e bellissimi colori, la make-up artist fa delle dichiarazioni, senza alcun timore di uscire dagli schemi, celebrando il reale e autentico contributo nero all’industria della moda.