Accoglienza ai migranti e sit-in davanti alla Prefettura di Gorizia: «Serve un tetto per tutti»

foto da Quotidiani locali
GORIZIA “Un tetto per tutti i migranti” recita il cartello srotolato dalle associazioni di volontariato in piazza Vittoria per sensibilizzare sulla situazione dei migranti che, in attesa di poter entrare nel sistema dell’accoglienza, dormono all’addiaccio a Casa Rossa o alla stazione ferroviaria.
Il sit-in di Gorizia è stato organizzato in contemporanea a quelli di Udine e Pordenone e ha registrato la presenza di una quarantina di persone. L’iniziativa promossa da Rete Diritti Accoglienza solidarietà internazionale Fvg, Centro accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano, Centro Misericordia e solidarietà, Donne in Nero Udine, Cgil Udine, Oikos onlus, Rete Radié Resch, Time for Africa e Comitato per la Pace di Gorizia è servita anche per avviare una raccolta firme.
«Quello dei migranti è un problema umanitario e sanitario, non politico», ha puntualizzato Andrea Bellavite che, come portavoce del gruppo ha poi aggiunto: «La risposta del sindaco alla provocazione del vescovo (che ha evidenziato come i flussi non si fermino trattando male i migranti ndr) non merita nemmeno commenti. Non è negando i servizi che si fermano gli arrivi». Da ex primo cittadino di Aiello, Bellavite ha ricordato l’esperienza dell’accoglienza diffusa nel paese da lui amministrato: «Dovevamo avere 2 migranti ogni mille abitanti, ma avevamo uno Sprar con 16 posti. Con la turnazione abbiamo ospitato 43 persone e la maggior parte ha trovato lavoro e si è integrata nel tessuto sociale locale. All’inizio c’erano delle perplessità da parte della comunità, ma alla fine non ci sono stati problemi».
Nel corso della manifestazione è stato sottolineato l’impegno del mondo del volontariato sia alla stazione ferroviaria, sia a Casa Rossa. «Non si può però lasciare la gestione del fenomeno migratorio ai volontari», ha puntualizzato Bellavite aggiungendo che l’arcivescovo ha anticipato che la Caritas metterà a disposizione un alloggio dove potranno trovare rifugio una cinquantina di persone. «Ma è un palliativo e bisogna trovare chi lo gestisce. C’è bisogno di presenze sulle 24 ore e non è compito della Caritas o della Curia risolvere un problema che è politico». Bellavite ha quindi ribadito che a Gorizia ci sono decine di spazi vuoti disponibili per chi è in attesa di accoglienza. «Possono essere utilizzati subito».
La scorsa notte, le persone accampate a Casa Rossa sono state 37. «Questa situazione - ha aggiunto Anna Digianantonio dell’Anpi - non durano da mesi, ma da almeno dieci anni. Un volontario mi ha detto che non ce la fa più perché quello che fa non serve a niente, mentre il sindaco dice e fa sempre le stesse cose: dice che se si offre accoglienza ne arriveranno sempre di più e chiude le fontane per non lasciare che si lavino. È assurdo che la gestione di queste persone sia lasciata sulle spalle del volontariato. Nonostante l’appello del vescovo, il Comune non è collaborativo e dal punto di vista sanitario la situazione può diventare esplosiva e la colpa non sarà dei migranti, ma dalla mancanza d’assistenza».
Le realtà del volontariato oltre a consegnare le proprie istanze in Prefettura, le hanno presentate anche in municipio e si sono date appuntamento a giovedì in occasione dell’inaugurazione di Gusti di Frontiera quando lo slogan diventerà: “Giusti di Frontiera”.S.B.