Bombola esplosa all’alba in stazione nel 2017 a Trieste: assolto il manutentore
L’esplosione è da attribuire a un «evento accidentale e non prevedibile»
TRIESTE Si è concluso nei giorni scorsi con l’assoluzione di Orazio Tomasi, legale rappresentante dell’azienda pugliese Tema Sistemi, il processo per disastro colposo legato all’inchiesta sull’esplosione di una bombola depositata nei locali della stazione ferroviaria di Trieste all’alba del 21 giugno 2017. Nel processo intentato contro Tomasi si era costituita parte civile anche Trenitalia.
I fatti. Poco prima delle 5 del mattino del 21 giugno di quasi cinque anni fa, un’esplosione fragorosa sveglia i residenti delle case di Roiano vicine alla ferrovia. A provocarla una bombola di azoto presente all’interno di un capannone nell’area del deposito ferroviario adiacente a viale Miramare.
L’onda d’urto provoca addirittura l’abbattimento di una parete presente a oltre tre metri di distanza.
L’orario ancora notturno fa sì che, al di là dei danni al capannone e il grosso spavento per i residenti, non si registrino feriti. L’altra settimana la fine del processo: l’esito della lunga istruttoria dibattimentale è arrivato al termine di una decina di udienze, dopo l’esame di numerosi testimoni e di due periti.
La difesa ha dimostrato come l’attività della Tema Sistemi, appaltatrice della manutenzione dei servizi antincendio, sia stata conforme alle specifiche tecniche e normative.
L’esplosione, pertanto, è da attribuire a un «evento accidentale e non prevedibile – come scritto nella sentenza – ovvero la presenza di una “cricca” nel mantello di acciaio della bombola avente dimensioni talmente ridotte da non poter essere individuata in alcuna maniera».
La Procura aveva richiesto la condanna dell’imputato ma il giudice Marco Casavecchia lo ha assolto in quanto «il fatto non costituisce reato». Tomasi era difeso dagli avvocati Fausto Soggia e Donato Laneve